Forte: Primo Maggio non può essere di parte, lavoriamo assieme per il futuro di Taranto

30 -04-2014

L’intervento del segretario generale della Cgil Puglia pubblicato sulle pagine odierne de La Gazzetta di Taranto

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Il 1°Maggio non può essere né contro, né di parte. E’ invece simbolo indiscutibile e universale dell’unità dei lavoratori. Della battaglia per dare centralità al lavoro, perché continui ad essere fattore di crescita sociale, emancipazione e progresso. Le tante manifestazioni unitarie che si tengono in Italia si muovono in questa direzione. Anche quando si caratterizzano per la difesa dei posti di lavoro, in una fase in cui tante fabbriche si chiudono per effetto della crisi. E’ il caso del 1° Maggio alla Miroglio di Ginosa. Una fabbrica che sta diventando l’emblema di quello che accade in Puglia e delle tante crisi, spesso senza sbocco. Con i lavoratori pronti a difendere la fabbrica ad ogni costo. Perché quella fabbrica è considerata non solo occasione di lavoro, ma anche il luogo in cui continuare a sentirsi, con dignità, parte integrante di una comunità.

 

Non sembra lo stesso spirito che anima le manifestazioni organizzate a Taranto dai Liberi e pensanti. Intanto perché si tratta di iniziative contro e alternative a prescindere. Non uniscono, ma dividono. Quest’anno c’è la novità del dibattito organizzato per la mattina. Qual è lo scopo? Si discute con interlocutori con cui costruire una proposta per la fabbrica e per la città o con avversari? Vorremmo capire se l’invito rivolto al segretario della Fiom è il modo per riparare ad un grave atto perpetrato il 2 agosto del 2012, quando il comizio unitario del sindacato confederale fu interrotto proprio mentre parlava Landini e prima che Susanna Camusso concludesse la manifestazione che, è bene chiarire a chi l’ha dimenticato, non era contro la magistratura tarantina, ma per avviare una nuova fase in cui lavoro e salute fossero ritenuti diritti di pari dignità.

 

Oppure se quel dibattito è l’occasione per cominciare a dialogare non su come si allarga la rete dei movimenti del “no a tutto”, ma su come si sta in fabbrica e di quale iniziativa mettere in campo, visto che ormai proprio in fabbrica gli organizzatori della manifestazione hanno da tempo individuato la FIOM come il bersaglio preferito. Sarebbe il caso di mettere da parte il 1° Maggio che appartiene ad un’altra storia e di riaprire invece una discussione vera su Taranto e il suo futuro. Senza alcun pregiudizio e con spirito costruttivo. La CGIL è interessata a farlo.

 

L’annunciata costituzione di parte civile credo costituisca un atto significativo, anche rispetto al modo di interpretare il passato. Un atto di coerenza e trasparenza. Così come è sempre stata la posizione della CGIL, chiamata in quanto sindacato a difendere l’occupazione e la salute di chi lavora e dei cittadini. Non è qualche possibile sottovalutazione che può inficiare la storia che ha contraddistinto la CGIL a Taranto, con le lotte e il sacrificio dei tanti delegati e attivisti che si sono battuti per difendere i lavoratori in fabbrica e sul territorio. Una storia che appartiene al patrimonio sia del movimento operaio tarantino, che della stessa città. Si riparta costruendo una proposta per Taranto.

 

Una proposta per la fabbrica e per il territorio e improntata al cambiamento, all’innovazione. Alla costruzione di un futuro che dia certezze a tutti. Una proposta che unisca e intorno alla quale tessere alleanze. Perché Taranto avrà un futuro, intanto se l’industria sarà un’occasione di vita e non di morte, ma anche se non sarà sola. Se il dialogo e il confronto prenderà il posto della diffusa prevaricazione. Se le istituzioni si riprenderanno il loro ruolo, uscendo dall’ombra e recuperando fiducia e credibilità.

 

Giovanni Forte

Segretario generale CGIL Puglia 


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