La Cgil Puglia a Cutro: basta stragi, migliori politiche di accoglienza

Conferenza stampa della Cgil Puglia alla vigilia della manifestazione nazionale di domani a Steccato di Cutro. Gesmundo: il Governo gira la testa dall’altra parte, senza corridoi umanitari e percorsi legali di ingresso non si fermeranno le traversate nel mare”

10-03-2023 11:39:04

Abigeal è una richiedente asilo nigeriana, ha perso la mamma quando aveva tre anni, padre invalido. Le avevano parlato della Francia, di una speranza di vita migliore, di un viaggio in aereo. E invece, prima tre giorni di traversata del deserto, con pochissimo cibo e acqua, poi l’arrivo in Libia, la consapevolezza che non ci sarà nessun volo. Rapita, malmenata, incinta, perde il bambino a seguito di un bombardamento di quella guerra civile che dilania il Paese. Poi l’imbarco, tre giorni di mare, salvati da una nave ong, l’arrivo a novembre a Lampedusa. Le ferite psicologiche più profonde di quelle nel fisico.

“Basta parlare di numeri - lamenta il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo -. Cosa ci dicono che nei centri di accoglienza in Puglia ci sono 1.900 ospiti, cosa raccontano delle vite, delle persone in carne e ossa? Per questo abbiamo voluto questa conferenza stampa alla viglia della manifestazione nazionale di Cutro. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica pugliese rispetto a un tema, quelle delle migrazioni, che non si può affrontare solo con approccio poliziesco e giudiziario. Ovvio che va perseguito chi specula sui queste persone, ma non basta. Se non offriamo una alternativa continueranno a morire persone nel Mediterraneo”. 

Fermiamo la strage è lo slogan dell’iniziativa che si terrà domani sulla costa crotonese, lì dove il bilancio delle vittime ad oggi conta 72 tra donne, uomini e bambini. “Chi si espone a questi viaggi pericolosi - ha proseguito Gesmundo - lo fa perché scappa da fame, miseria, guerre. Il tema è come costruiamo equilibri globali mentre crescono invece le differenze tra Nord e Sud del mondo. Serve, penso all’Italia, una diversa attenzione e tensione morale della politica perché il salvare vite in mare sia prioritario rispetto a tutte le riflessioni che si possono fare dopo”

“Le testimonianze che ascolteremo fanno capire quanto sono inaccettabili le parole del Ministro dell’Interno - ha sottolineato Azmi Jarjawi, responsabile del Dipartimento Immigrazione della Cgil pugliese -. Qui non ci sono irresponsabili, nessuno mette a rischio la propria vita, quella dei propri figli. Chi scappa da violenze, guerre, combatte per la vita, per una vita dignitosa. Serve tanto coraggio ad affrontare tutto questo, altro che irresponsabili”.

Shumail è pakistano, collabora come mediatore culturale con l’associazione Migrantes di Andria. È arrivato in Italia nel 2014, “sono scappato perché la mia vita era in pericolo. Non è facile lasciare propri cari, il proprio paese. Sono arrivato in Libia dove c’era una guerra in corso, nessuna sicurezza. Ho lavorato tre mesi per pagarmi il viaggio. Non pensavo di poter rischiare la vita, ma ti imbarcano sotto minaccia delle armi, indietro non puoi tornare. Le barche erano insicure, la traversata al buio, chi piangeva, chi pregava, entrava acqua. Se non ci avesse soccorso una grande nave italiana non so che fine avrei fatto. Noi siamo stati fortunati. Qui è iniziata la mia nuova vita, lavoro, ho imparato la lingua, rispetto le leggi. A voi dico: ogni rifugiato ha la sua storia, e ogni storia merita di essere raccontata e ascoltata”. Come quella di Taiwo, nigeriano, che ha incontrato Abigeal in Libia. “Nel mio paese per un debito minacciavano di rapirmi, per questo sono scappato. Mi hanno indirizzato in Libia, ho subito violenze, danni a un occhio che richiedeva un intervento. Ho dovuto lavorare diversi mesi per pagarmi viaggio, sono stato aiutato, oggi ho speranze per una vita migliore”.

“Domani saremo in tanti dalla Puglia a Cutro - conclude Gesmundo - perchè occorre cambiare le politiche migratorie, vanno costruiti corridoi umanitari, percorsi di ingresso legali. E invece il Governo che fa? Inasprisce le politiche, parla di CPR, sostanzialmente gira la testa dall’altra parte di fronte di fronte a queste stragi, a queste storie di sofferenze e speranza. Noi non ci stiamo e lo ribadiremo domani, in una manifestazione silenziosa che vuole prima di tutto essere momento di cordoglio per quelle vittime e i loro cari che il Governo non ha ritenuto ieri nemmeno di dover incontrare. Alle Prefetture intanto chiediamo un più efficiente e veloce funzionamento delle commissioni territoriali per il riconoscimento delle richieste di asilo. E alla Regione attenzione e investimenti per politiche di accoglienza e inclusione. Intanto oggi la Puglia accoglie, lo fa la città di Brindisi, chi qualche giorno fa è stato salvato in mare lungo le coste del Salento da una ong. La Puglia vuole continuare a essere, come la storia insegna, terra di accoglienza”.


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