Lavoro diritto fondamentale, incontro tra Cgil Puglia e delegazione delle Nazioni Unite
05-10-2021 09:39:40
“La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, all’articolo 23, afferma come ogni individuo ha diritto al lavoro, a giuste condizioni di lavoro, alla protezione contro la disoccupazione, a una giusta retribuzione che garantisca una vita dignitosa, ad aderire ai sindacati. Quindi il lavoro, la sua condizione, l’agire sindacale, sono elementi dei diritti umani riconosciuti a livello mondiale. L’impegno del sindacato, il nostro impegno, è quello di difendere e affermare tali diritti, operare affinché vi sia piena attuazione. Un diritto individuale e assieme collettivo”. È quanto afferma Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, a margine dell’incontro con la delegazione del Working Group on Business and Human Rights delle Nazioni Unite, in visita ufficiale in Italia dal 27 settembre al prossimo 6 ottobre e che questo pomeriggio ha voluto incontrare la Cgil regionale.
“Abbiamo messo a disposizione delle delegazione le nostre conoscenze e competenze sul mondo del lavoro pugliese, impegnati come siamo ogni giorno con i nostri dirigenti e delegati a combattere la violazione di tutti i diritti a partire da quelli sul lavoro”, afferma Gesmundo. “L’articolo richiamato all’inizio della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma allora un principio: il lavoro non può essere lasciato al libero arbitrio del mercato, ma deve essere oggetto di politiche pubbliche. Ma la prospettiva di piena affermazione di quei diritti, purtroppo anche in paesi avanzati come il nostro, è ancora lontana. Veniamo da un trentennio di politiche neoliberiste per cui il mercato era l’orizzonte salvifico, tutto avrebbe regolato e risolto, con vantaggi per tutti. E invece sono cresciute le rendite speculative e si sono attaccati i diritti e le tutele dei lavoratori. Precarizzazione, bassi salari, sono la faccia legale del mondo del lavoro oggi. Poi persistono fenomeni di lavoro nero, fino ai casi limite che purtroppo caratterizzano i nostri territori di di grave sfruttamento del lavoro al limite della riduzione in schiavitù”.
Tutte condizioni, “abbiamo illustrato alla delegazione, che impediscono anche il diritto a scegliere liberamente il proprio impiego, come recita sempre l’articolo 23, perché funziona il ricatto di un reddito a qualunque costo, spesso anche in barba a misure di sicurezza non adeguate. E una delle emergenze che chiama in causa il mondo delle imprese e le istituzioni oggi è quella degli infortuni sul lavoro”.
Riflessione finale necessaria: “L’Articolo 1 della Costituzione Italiana, entrata in vigore quasi 12 mesi prima dell’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, proclama che L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Uno dei tanti diritti fondamentali che riconosce la nostra Carta, assieme a quello alla salute, alla formazione, alle libertà politiche e religiose etc. Ma mentre siamo impegnati per estendere le conquiste civili, dobbiamo ostacolare che si possa regredire sul piano di un diritto universale qual è il lavoro. La speranza è che questa attenzione delle Nazioni Unite sia anche un segnale per tutti affinché, in questa fase di pandemia che ha mostrato ancor più come il lavoro sia elemento centrale delle società, qualsiasi idea di ripresa economica possa vedere il buon lavoro, ben retribuito, sicuro, al centro di tutte le azioni che saranno messe in campo sul piano legislativo e degli investimenti pubblici”.