Lavoro e non sussidi: le proposte della Cgil Puglia per uscire dalla crisi

09 -10-2013

La crisi che ha colpito l’apparato produttivo italiano non ha risparmiato e non risparmia la nostra regione. Nonostante l’impegno della Giunta Regionale e dell’apparato tecnico, sul versante del lavoro, i dati che registriamo sull’andamento del mercato del lavoro, sull’utilizzo della cassa integrazione e sugli ammortizzatori sociali, destano un allarme concreto:

    

Oltre a perdere migliaia di posti di lavoro, la Puglia sta perdendo un pezzo del suo apparato produttivo, almeno così come l’avevamo conosciuto negli ultimi vent’anni.

 

Dati statistici dei licenziamenti collettivi in PUGLIA

 

 

 

 

 

 

 

 

Avvenuti periodo 2012 - 8.2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elenchi e procedure approvate in Sottocommissione Lavoro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TERRITORIO

TOTALI

TOTALI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2012

2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Provincia di BARI

7409

4008

 

 

 

 

 

 

 

 

Provincia di BAT

845

557

 

 

 

 

 

 

 

 

Provincia di Brindisi

1241

787

 

 

 

 

 

 

 

 

Provincia di Foggia

1416

1187

 

 

 

 

 

 

 

 

Provincia di Lecce

1980

2048

 

 

 

 

 

 

 

 

Provincia di Taranto

1316

1429

 

 

 

 

 

 

 

 

altri fuori regione

101

127

 

 

 

 

 

 

 

 

Totali

14308

10143

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Infatti negli ultimi due anni sono andati persi oltre 24.000 posti di lavoro di cui il 47% circa sul territorio di Bari. Lavoratori che in parte sono stati collocati in mobilità ordinaria con un sostegno al reddito ex L.223/91, mentre il restante dei lavoratori collocato in mobilità senza indennità ex L.236/93, per i quali vi è un danno in più dato che la legge di stabilità 2013 ha cancellato il beneficio fiscale e contributivo per le imprese che assumono questi lavoratori.

 

Questa situazione è aggravata dal fatto che questa platea di lavoratori va ad aggiungersi ai già fruitori di ammortizzatori sociali in deroga, circa 44.000 in Puglia aumentando le fila dei disoccupati, donne e uomini che rischiano di rimanere ai margini del mercato del lavoro e della società.

 

    

 

CIGD 2013

MOBD2013

Risorse impegnate

Risorse da impegnare

Lavoratori

12589

11819

70004800€

 

Aziende

1584

 

33393523€

 

 

 

 

 

 

Andamento utilizzo ammortizzatori sociali in deroga in Puglia anno 2013

 

 

Dall’ultimo report datoci dall’assessorato al lavoro, si evidenzia il numero di lavoratori coinvolti per cassa integrazione in deroga e per mobilità in deroga, che ad oggi hanno impegnato risorse per €114.360.339 e sulla base dell’anno 2012 potrebbero richiedere un fabbisogno stimato complessivo fino al 31.12.2013 di circa €240.000.000.

 

Un trend quello dell’utilizzo degli ammortizzatori, sempre in crescita che non trova la giusta copertura delle risorse da parte del Governo Nazionale, creando non pochi problemi di tenuta sociale.

 

Fenomeno in controtendenza rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero che addirittura ha modificato gli ammortizzatori sociali in un’idea che ipotizzava la ripresa e quindi nuova occupazione, e per questo prevedeva sempre meno risorse in favore degli ammortizzatori sociali e in deroga, tanto è vero che nel prossimo triennio le risorse per gli ammortizzatori in deroga passeranno da 1 miliardo di euro a 400 milioni per tutto il territorio nazionale.

 

Le situazioni di crisi presenti in ogni provincia non aiutano, anzi ci consegnano un quadro ancora più allarmante: le vicende dell’Ilva e il suo indotto, la Natuzzi, Miroglio, OM, Vestas, sono tutte situazioni che non devono essere più gestite nella emergenza ma che meritano una risposta complessiva con una visione non solo di nuova politica industriale, così come l’abbiamo conosciuta tradizionalmente, ma con un approccio che tenga insieme le ragioni del lavoro, delle imprese e dei cittadini, anche perseguendo l’ambientalizzazione dell’apparato produttivo, dei centri urbani, fino alla RSI delle imprese.

 

Tuttavia i dati sul mercato del lavoro in Puglia sono parziali e non possono avere una validità scientifica in quanto non abbiamo lo strumento comune di lettura, pur avendo a disposizione il sistema Sintesi. Questo deficit deriva dal fatto che non tutte le province negli anni scorsi hanno provveduto a dotarsi dell’osservatorio del mercato del lavoro e pertanto ad oggi non si è in grado di verificare, anche attraverso il lavoro dei Centri Territoriali per l’impiego (ex collocamenti) trimestre per trimestre l’andamento degli avviamenti e delle cessazioni dei rapporti di lavoro. Un grande limite che evidenzia come non si sia perseguita la costituzione e l’attivazione dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro Regionale, che in sinergia con i territori provinciali avrebbe dovuto svolgere almeno il ruolo di monitoraggio di quanto sta accadendo.

 

In merito a ciò appare quanto mai urgente riprendere a far funzionare la Commissione Lavoro ex Legge Regionale n.19/99 con i compiti e i ruoli ben definiti con particolare attenzione alle Politiche Attive del Lavoro.

 

L’altro aspetto allarmante è legato alla insufficienza di risorse sia sul versante degli ammortizzatori sociali in deroga (per rispondere alle esigenze e al fabbisogno fino al 31.12.2013 occorrerebbero almeno altri 140milioni di euro), che sul versante del Piano Straordinario per il Lavoro.

Appaiono davvero irrisori i circa 5 milioni di euro per la Dote Occupazionale (di cui ancora non è stato pubblicato il bando) utile a sostenere la ricollocazione dei lavoratori con il meccanismo degli incentivi alle imprese, come anche i 10,8 milioni di euro impegnati per il sostegno al reddito risponderanno solo ad una parte della platea.

 

Il Piano Straordinario, che può rappresentare la via pugliese al lavoro, ha tante ambizioni apprezzabili sul piano dei contenuti e rappresenta sicuramente un tentativo dignitoso di politica attiva del lavoro, che però rimane limitato a causa della limitatezza dei fondi a disposizione.

 

A questo punto, per dare risposta a chi ci chiede LAVORO e non SUSSIDI, lavoro minimo garantito e non salario minimo garantito, a chi ci chiede di poter riprendere in mano la propria vita con dignità, occorre avere una visione di futuro che parta dalle cose concrete realizzabili:

 

- Individuare tutte le criticità del Piano Straordinario cercando di accelerare tutti gli iter anche coinvolgendo sinergicamente le parti sociali, la Regione, le Province e i CTI, Italia Lavoro

 

- Reperire maggiori risorse per il sostegno al reddito e per la dote occupazionale

 

- Accelerare la spesa sul residuo della programmazione 2007-2013, attivando tutti i cantieri e prevedendo una percentuale di assunzioni rivenienti dal bacino dei fruitori di ammortizzatori sociali in deroga

 

- Sviluppare accordi territoriali, che partendo dalle vocazioni locali e registrando i nuovi bisogni sviluppino patti locali per creare occupazione (es. raccolta differenziata, manutenzione dei beni collettivi, manutenzione del territorio, riqualificazioni urbane, lavori utili socialmente, etc.)

 

- Prestare la necessaria attenzione in merito alla Programmazione 2014-2020 in modo da mettere al centro il LAVORO stabile e di qualità;

 

Giovanni Forte, Seg. Gen. CGIL Puglia

Massimo Di Cesare, Resp.MdL CGIL Puglia   


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