Legge Stabilità, Cgil Cisl Uil a confronto con parlamentari: questa manovra non va

11 -11-2013

E’ necessaria una più diffusa interazione tra le forze sociali e i rappresentanti in parlamento per apportare le modifiche utili a rendere la Legge di Stabilità più attenta alle priorità della crescita, dello sviluppo e dell’occupazione. Questo è quanto emerge dal confronto dei Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil regionali con una delegazione dei parlamentari eletti in Puglia che si è svolto stamane a Bari.

 

Dai deputati e senatori presenti è giunta una sostanziale disponibilità a valutare eventuali correzioni migliorative, facendo leva sul contributo unitario delle organizzazioni sindacali, che saranno al centro dello sciopero nazionale di 4 ore previsto per il prossimo 15 novembre che in Puglia si articolerà con manifestazioni in ogni provincia.

 

Per Gianni Forte della Cgil “non si tratta di una mobilitazione fine a se stessa, o esclusivamente orientata alla protesta ma sarà una battaglia fondata su ragioni evidenti che hanno un forte riscontro nella società e sono le ragioni dell’uguaglianza e della solidarietà che per noi sono valori fondamentali”.

 

Giulio Colecchia della Cisl ritiene che ci sarebbe bisogno “di una più diffusa azione riformatrice del fisco, del mercato del lavoro, della scuola e della pubblica amministrazione oltre ad intervenire sullo sfoltimento degli enti inutili. Per ridare respiro alle casse dello Stato è indispensabile accentuare la lotta all’evasione fiscale per ridurre la pressione sulle famiglie, e chiudere i tanti enti, quali le partecipate di Comuni e Regioni, che dilapidano risorse senza produrne”.

 

Secondo Aldo Pugliese della Uil “questa è una Legge di Stabilità recessiva che non presenta misure utili a trasferire maggiori disponibilità in buste paga e pensioni, che nulla fa per dare nuova spinta ai consumi e che non introduce interventi mirati a tutela del reddito delle fasce sociali più in difficoltà, contro i costi esagerati della politica e a favore di una riqualificazione della spesa pubblica che non penalizzi i lavoratori della pubblica amministrazione e i servizi”.


Condividi sul tuo social preferito