Lotta a povertà, Cgil chiede a Governo confronto. 130 milioni dalla Regione per politiche sociali

19 -09-2013

Centotrenta milioni di euro tra risorse ordinarie e fondi aggiuntivi: a tanto ammontano le risorse stanziate dalla Regione Puglia per il Piano delle Politiche Sociali 2013-2015, presentato ieri a Bari alla Fiera del Levante dal presidente, Nichi Vendola, e dall’assessore al Welfare, Elena Gentile. “Bisogna avere sempre più consapevolezza – ha affermato il presidente della Regione – che la povertà sta crescendo e rischia di travolgere gli argini della convivenza civile e della vita democratica”.

 

Vendola ha ricordato come non ci sia soltanto “l’antica povertà dei barboni, dei clochard, ma anche la moderna povertà del ceto medio, che scivola verso condizioni di paura e precarietà. Noi dobbiamo mettere in piedi una politica anche capace di governare l'emergenza. I banchi alimentari, le mense, gli alloggi di emergenza: abbiamo dappertutto in Italia folle di persone che vengono buttate fuori con gli sfratti esecutivi, che non hanno di che sostentarsi. E mentre scuotiamo i governi nazionali a occuparsi di questo, e nel mondo civile si utilizza lo strumento del reddito minimo garantito, noi mettiamo 130 milioni di euro in questo irrobustimento delle politiche di contrasto alla povertà, di sostegno alla rete di servizi di protezione e di promozione sociale”.

 

Proprio sul tema della povertà è intervenuta la Cgil nazionale per mezzo di Vera Lamonica: “E’ urgente l'adozione di uno strumento di contrasto alla povertà, anche a fronte dell'insostenibile aumento, a causa della lunga e perdurante crisi, delle persone e delle famiglie in condizione di povertà assoluta e di povertà relativa”, ha affermato il Segretario Confederale della CGIL, commentando la proposta presentata dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Giovannini, per la costruzione di un istituto nazionale di contrasto alla povertà (Sia - Sostegno per l'inclusione attiva).

 

La dirigente sindacale valuta che “l'intervento debba essere di carattere universale per chi è in condizione di povertà, che va definito come un livello essenziale, che la sua realizzazione preveda l'integrazione dei vari livelli istituzionali, dei servizi sociali, di inserimento lavorativo, di istruzione e formazione”. Inoltre, aggiunge Lamonica, “riteniamo positiva la centralità che si attribuisce alla funzione di monitoraggio dell'implementazione e dei risultati dell'intervento nonché allo scambio e alla integrazione dei sistemi informativi”.

 

Il Segretario Confederale della CGIL esprime però “forte preoccupazione per le modalità di reperimento delle risorse: non può essere 'una partita di giro' tra i fondi (pochi) destinati al sociale. Sono necessari investimenti adeguati che ne garantiscano la funzionalità a regime e un segnale forte a partire dalla prossima legge di bilancio. Un provvedimento così rilevante e complesso ha bisogno di un confronto serio con il sindacato e tutti i soggetti interessati, perciò - conclude Lamonica - chiediamo che si apra subito uno specifico tavolo di confronto”.


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