PNRR: dal Piano risorse aggiuntive. Serve maggior dialogo con territori

Il segretario generale Gesmundo commenta l'iniziativa con il Ministro Colao presso il Teatro Piccinni di Bari

15-11-2021 17:50:39

“La scelta del Governo di iniziare da Bari e dalla Puglia il giro di presentazione del PNRR è certamente un gesto di grande valore simbolico e testimonia la consapevolezza, ormai sempre più diffusa, che non può esserci una vera ripresa dell’Italia senza una riduzione del divario economico, sociale, culturale e infrastrutturale del Mezzogiorno con le aree più sviluppate del Paese. Precondizione per ridurre l’emorragia continua di giovani e donne che emigrano e che impoveriscono sempre di più non solo sul piano demografico il Sud”.   È quanto afferma il segretario della Cgil Puglia sull’incontro tenutosi presso il Teatro Piccinni di Bari con il ministro Colao e il sottosegretario Garofoli, prima tappa del tour nazionale promosso dal governo per comunicare con sui contenuti e le opportunità del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.   “Recovery Plan, Fondi strutturali europei, Fondo di coesione e politiche ordinare di bilancio devono convergere in un’unica strategia di sviluppo per poter esprimere tutta la loro efficacia: una strategia che va condivisa tra Governo centrale, Istituzioni locali – in primo luogo Regioni e Comuni – e parti sociali ed economiche. Ritengo - ha affermato Gesmundo - che tale coinvolgimento finora è stato insufficiente e mi auguro che a partire da questo incontro si possa recuperare una logica di condivisione di obiettivi, strategie e progetti capaci di dare un senso alle affermazioni circa la centralità del Mezzogiorno e il valore della coesione sociale e territoriale”.   Per la CGIL Puglia aver previsto per legge il vincolo di destinare almeno il 40 per cento delle risorse al Mezzogiorno “è certamente un atto politico di grande rilevanza e anche una novità positiva, ma ciò non basta se tale vincolo non si inquadra in una strategia di più generale sviluppo del Mezzogiorno. Come ha sostenuto in più di una circostanza il Presidente del Consiglio non sono certo le risorse economiche che ci mancano in questa fase e, paradossalmente, il rischio maggiore è quello di non spendere presto e bene quanto disponibile”.   “Mi permetto di aggiungere un’altra considerazione: non è sufficiente spendere presto e bene ma è necessario attivare un processo virtuoso di investimenti pubblici e privati che diano la svolta”. Esprime alcuni timori il segretario della CGIL Puglia: “Non mi pare che vi sia una scelta relativa a quali politiche industriali perseguire per aiutare il sistema manifatturiero pugliese, a cominciare dalla meccatronica, per vincere la sfida della transizione energetica. Sempre per stare al tema della transizione energetica è superfluo ricordare che questa regione è stata particolarmente generosa con il resto del Paese nel mettere a disposizione il proprio territorio per lo sviluppo dell’industria siderurgica e dell’energia elettrica. Oggi non intravediamo politiche risarcitorie che pure il Pnrr potrebbe prevedere, al netto di quanto previsto dall’accordo europeo sull’ex Ilva e il Sulcis”.   “Né riusciamo - prosegue Gesmundo - ad intravedere una politica di sistema per mettere in connessione tra loro i grandi porti meridionali e connettere gli stessi con il sistema portuale europeo e mondiale; è come se volessimo rinunciare a giocare un ruolo da protagonista come Paese che è al centro del Mediterraneo in un’area geopolitica che sarà sempre più strategica nei prossimi decenni, man mano che l’Africa si svilupperà”.   “Ritengo poi che si debba chiarire un equivoco e tocca al Governo chiarirlo: viene molto enfatizzato il tema delle infrastrutture e della rigenerazione urbana, come primi esempi concreti di investimenti grazie al PNRR. Penso ad esempio all’Alta Velocità Bar-Napoli già completamente finanziata e ai Programmi di rigenerazione urbana finanziati con fondi ordinari. Deve essere chiaro che trasferire quelle voci di finanziamento sul PNRR non può significare la perdita di risorse già assegnate in precedenza ai nostri territorio, perché diversamente ci troveremmo a dover assistere a una sorta di gioco di prestigio il cui esito finale non è l’aggiuntività di risorse finanziare al Mezzogiorno”.   Un’ultima considerazione del segretario della Cgil riguarda le politiche sanitarie e di welfare. “Siamo molto d’accordo sul fatto che un’attenzione particolare vada dedicata alle strutture sanitarie così come alla costruzione di nuovi asili nido, con un’avvertenza: la costruzione di nuove strutture senza una politica di assunzioni per il personale rischia di aggiungere solo manufatti pubblici destinati a rimanere chiusi e perciò insieme a quanto si prevede di spendere con il PNRR, nel bilancio dello Stato occorre prevedere un piano di assunzioni per la gestione di tali strutture”.   Considerazioni, ha concluso Gesmundo, che hanno “solo l’obiettivo di aprire un tavolo costruttivo per evitare che un’occasione straordinaria come quella del PNRR e per noi, con una felice coincidenza, con l’inizio della programmazione FESR FSE 2021-2027, si trasformi in una ulteriore occasione persa per lo sviluppo della nostra regione e più in generale del Mezzogiorno”.

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