Tfm per consiglieri regionali, Cgil: misura immotivata, basta riproporla

666mila euro percepiti in cinque anni di mandato tra indennità di carica e le spese di esercizio non sono sufficienti ai Consiglieri della Regione Puglia, vogliono a tutti i costi anche il trattamento di fine mandato. La scusa di dover sopperire al mancato Tfr non accantonato per l’impegno elettivo non regge, anche perché il provvedimento - che ancora una volta sembra che si voglia riportare in discussione nell’aula di Via Gentile - riconoscerebbe una sorta di regalia che varrebbe quasi quattro volte l’accontamento dell’eventuale Tfr per cinque anni. Lo ribadiamo: il tema non ha nulla a che vedere con l’ipocrita retorica sui costi della politica: i consiglieri regionali sono pagati bene, tra i più pagati d’Italia, e questo deve essere garanzia di autonomia da ogni condizionamento esterno. Ma a tutto c’è un limite: 666mila euro un lavoratore li arriva a percepire forse in 25 anni. Il tema è il distacco da una realtà sempre più caratterizzata da povertà lavorativa, determinata da un lato da una ignobile speculazione fatta sui prezzi dei beni di consumo e dei prodotti energetici – che sono aumentati e indietro non ritornano – quanto da un mercato del lavoro fatto di precarietà e bassi salari. In una stagione dove è grave la rottura della fiducia tra cittadini e istituzioni politiche, palesata dalla scarsa adesione al voto nelle tornate elettorali, un atto immotivato e ingiustificato a nostro avviso sarebbe l’ulteriore segnale di una distanza che nuoce solo alla partecipazione e quindi alla democrazia. Chiediamo ai partiti dell’area progressista, ai segretari regionali e nazionali, di pronunciarsi in maniera chiara e definitiva sul Trattamento di fine mandato per i consiglieri della Regione Puglia. La si smetta una volta per tutte con questo balletto, prevalentemente estivo, di riproposizione di una misura su cui si sono espresse criticamente tante associazioni di impegno sociale, civile, del mondo sindacale e produttivo.