Vertenza Eni Versalis, sindacati chiedono incontro a Emiliano

04 -12-2015

Anche in Puglia lavoratori e OO.SS. sono mobilitati contro le strategie annunciate dal gruppo ENI che portano al disimpegno della propria presenza industriale nel nostro Paese, in particolar modo nel settore della CHIMICA e della RAFFINAZIONE.

Particolarmente grave è la messa in discussione del percorso di attuazione del Piano Industriale ENI VERSALIS per la chimica verde con conseguente danno per l’intero paese, così come pericoloso risulta l’abbandono del campo della Raffinazione Carburante, quale presidio di qualità della produzione e per il suo ruolo strategico.

Per la nostra regione in particolar modo per il sud si può produrre in immediata prospettiva un grave danno in termini di posti e lavoro e tenuta economica.

Oggi, infatti, la realtà del polo Chimico di Brindisi e della raffineria di Taranto, rappresentano tra lavoratori diretti e in appalto, indotto e servizi, un pezzo importante e solido delle economie di questi territori.

Mentre da più parti dalla Svimez allo stesso Governo si evoca la necessità di una rinnovata politica industriale nel Mezzogiorno per contrastare l’impoverimento della capacità produttiva nei nostri territori, mentre il Master Plan per il Sud annunciato dal Governo individua i grandi gruppi a partecipazione pubblica come attori fondamentali per le politiche industriali e lo sviluppo nel mezzogiorno, accade che tutto ciò venga contraddetto con una strategia che prospetta un ruolo sempre più marginale di ENI su Asset fondamentali della sua presenza in Puglia.

Per le OO.SS. non esiste politica industriale e di sviluppo in Puglia e nel Sud che possa prescindere, insieme ad altre condizioni, da una difesa e riqualificazione del patrimonio industriale  esistente.

Le grandi aziende, i grandi gruppi, in questo caso l’ ENI sono e devono essere sempre più attori fondamentali dell’Economia e dello sviluppo dei nostri territori, volani di innovazione come nel campo della CHIMICA VERDE, capofila di filiere produttive e integrazione tra settori,dal rapporto tra raffinazione e chimica, alle possibili sinergie con agricoltura e settore energetico.

Tutto ciò ovviamente deve e può avvenire per coerenza con processi di “ambientalizzazione” delle produzioni utilizzando al meglio le positive ed avanzate normative e gli strumenti che la Regione Puglia si è data nel campo della tutela ambientale e sanitaria.

La nostra richiesta che ribadiamo dopo le ore di sciopero effettuate nei giorni scorsi in una manifestazione nazionale del 5 dicembre a Roma dal gruppo ENI è che intervenga il Governo Nazionale a fare chiarezza sulle strategie del gruppo ENI.

Facciamo appello alla Regione Puglia, alle Istituzioni locali sulle forze politiche della nostra Regione di parlamenti pugliesi, perché siano al fianco dei Lavoratori, non si può assistere inattivi, non far sentire la propria voce mentre maturano scelte che nell’immediato futuro porterebbero ad un ulteriore impoverimento della base occupazionale e della economia della nostra regione, già così fortemente impoverita dopo i recenti anni di crisi economica.

Per questo Le chiediamo un incontro sui temi su esposti e la invitiamo a  partecipare all’assemblea nazionale del 5 dicembre a Roma alla quale sono invitate tutte le istituzioni interessate.

Le segreterie regionali

Filctem Cgil (Luigi D’Isabella), Femca Cisl  (Danilo Lozito), Uiltec Uil (Filippo Lupelli)


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