ADI e sanità  territoriale, Cgil: ritardi e passi indietro, anziani i pi๠colpiti

06-02-2018 14:12:50

“I servizi di Assistenza domiciliare integrata per gli anziani nella regione, che in questi anni erano cresciuti in termini di risorse e prestazioni, rischiano a fronte della riduzione delle risorse di fare passi indietro a scapito delle prestazioni a favore delle persone più deboli, ovvero disabili ed anziani non autosufficienti”. E’ quanto denuncia la Cgil Puglia a proposito del Pac risorse Anziani. “Da una iniziale e parziale gratuità del servizio, si è passati a una compartecipazione da parte delle famiglie fino al 30 per cento. In una fase di progressivo impoverimento – il 47% delle famiglie pugliesi è a rischio povertà -  questo ha significato in molti casi da parte degli utenti la rinuncia al servizio”. Non solo, essendo un servizio di tipo socio-sanitario, “venendo meno il pezzo della Sanità per i problemi con cui fai i conti la Regione, si rende di fatto inutile quell’intervento”. Allo stesso modo risulta insufficiente lo stanziamento di 30 milioni di euro per gli assegni di cura a favore delle persone non autosufficienti, “dove a fronte di 9000 domande ne saranno soddisfatte solo 2500”.

Non tutta colpa della Regione, stretta nella morsa di una spesa sanitaria da ridurre, intervenendo sugli sprechi a partire dalla farmaceutica, “ma anche di politiche e scelte nazionale sbagliate e ingiuste. Ma un arretramento di questi servizi come Adi e assegni di cura è ancor più grave perché si somma alla mai avviata operatività dei Presidi territoriali di assistenza. Da anni si afferma che vi sono le risorse necessarie per dare risposte ai bisogni di salute del territorio: i Pta dovevano essere lo strumento per non diminuire i servizi per la salute conseguente alla chiusura degli ospedali, allo stesso tempo decongestionare le grandi strutture oltre che intervenire anche sulle liste d’attesa. Siamo rimasti alla fase degli annunci, e le patologie croniche cui la sanità territoriale dovrebbe dare risposte continuano ad essere il 40 per cento del totale e assorbono l’80 per cento delle risorse disponibili”.

Ma c’è un’altra strada, ricorda la Cgil, per abbattere il costo degli interventi sanitari, “ed è quella della prevenzione. Riguardano un ripensamento complessivo dell’organizzazione sociale e sanitaria, del contributo che uomini e donne possono dare anche nella fase della terza età in termini di partecipazione alla vita sociale. Tutto questo va sotto il nome di politiche per l’invecchiamento attivo, utili a contrastare e prevenire le cronicità e dall’altro strumento di inclusione e promozione di sani stili di vita. E’ arrivato il momento che anche in Regione Puglia si affrontino tali tematiche”.


Condividi sul tuo social preferito