Andria "capitale" dei contadini poveri, convegno di studi della Cgil

05 -11-2014

Erano gli anni della fame e della disperazione, dove si viveva e si moriva anche solo per un pezzo si pane. In Puglia il Novecento portò con sé la voglia dei “senza terra” di alzare la testa, già all’alba del nuovo secolo si creò un autentico movimento bracciantile che culminò poi nella figura di Giuseppe Di Vittorio. Il sindacalista di Cerignola, morto il 3 novembre del 1957, si definiva “figlio del bisogno e della lotta” negli anni delle rivolte, le stesse che sconvolsero anche la città di Andria e che Antonio Gramsci esaminò in un articolo pubblicato su “L’Ordine Nuovo” nel dicembre del 1919. Uno dei fondatori del partito Comunista d’Italia spiegava che “nelle campagne dobbiamo contare soprattutto sull’azione e sull’appoggio dei  contadini poveri. Essi saranno spinti a muoversi dal bisogno di risolvere il problema della vita, come ieri i contadini di Andria, dal bisogno di lottare per il pane, non solo, ma dallo stesso continuo bisogno, dal pericolo sempre incombente della morte per fame o per piombo”.

 

Per ricordare la storia del territorio, le origini del sindacato in Puglia e le lotte dei braccianti da diversi punti di vista, a pochi giorni dal 57° anniversario dalla morte di Giuseppe Di Vittorio, la Cgil di Barletta – Andria – Trani promuove un convegno regionale di studio “Dalla capitale dei contadini poveri: la lunga lotta per il lavoro, i diritti e la democrazia”, in programma venerdì, 7 novembre, a partire dalle ore 9.00 presso la Camera del lavoro di piazza Giuseppe Di Vittorio ad Andria.

 

La sessione mattutina sarà aperta dall’introduzione del segretario generale della Cgil Bat, Luigi Antonucci. Interverranno Vitonicola Di Bari, già segretario della Camera del lavoro di Andria, il professor Vincenzo Robles, docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Foggia e Luciana Castellina, giornalista, scrittrice e cofondatrice de “Il Manifesto”.

 

La sessione pomeridiana, a partire dalle ore 15.00, sarà aperta dall’intervento di don Carmine Catalano, sacerdote della Diocesi di Andria e vice postulatore della causa di beatificazione di Mons. Giuseppe Di Donna, Vescovo nei difficili anni del secondo dopoguerra. Seguiranno gli interventi del professor Mario Spagnoletti, docente di Storia Contemporanea dell’Università di Bari e del professor Vito Antonio Leuzzi, storico dell’Ipsaic “Tommaso Fiore”. A concludere l’iniziativa il segretario generale della Cgil Puglia, Gianni Forte.

 

“Abbiamo deciso di organizzare questa giornata di studi – spiega il segretario generale Cgil Bat, Luigi Antonucci – per ricordare la nostra storia e provare a ricostruire questa pagina del passato nell’intento di capire come e perché certi fatti siano accaduti, come vivevano i braccianti e quale era l’atteggiamento dei grandi proprietari terrieri. Ricordare è sempre prezioso, perché ci consente, per quello che è possibile, di non ripetere gli stessi errori. Vogliamo dialogare con storici e studiosi per ricostruire le vicende guardandole da diverse angolazioni, da quella comunista a quella cattolica”.


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