Emergenza Covid-19, bene misure decreto. La Cig solo per attività  non sicure

Il commento del segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, al decreto "Cura Italia".

19-03-2020 12:44:32

“Purtroppo ci arrivano troppe segnalazioni di realtà dove quanto previsto dal protocollo per la sicurezza sottoscritto da sindacati e parti sociali non è rispettato. Nei trasporti, nei call center, in realtà commerciali ma anche in alcuni servizi pubblici. Segnaleremo tutte le criticità alle autorità competenti affinché si sospenda il lavoro fino al ripristino delle misure di sicurezza e con la fornitura dei dispositivi necessari. Allo stesso modo già da ieri stanno piovendo richieste di cassa integrazione e molte industrie, anche grandi, hanno ridotto le produzioni e chiuso alcuni reparti. Ancora una volta è necessario richiamare tutti al senso di responsabilità: le risorse stanziate vanno utilizzate dalle imprese che non hanno modo di produrre in sicurezza e per questo fanno ricorso agli ammortizzatori sociali. Bisognerà vigilare anche su questo”. E’ quanto afferma il segretario della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, rispetto alla situazione che sta vivendo il mondo del lavoro nella regione alle prese con l’emergenza Coronavirus.

In tal senso è positivo il giudizio della Cgil sul decreto Cura Italia: “Ci sono dieci miliardi per il lavoro e tre per la sanità. Ci sono alcune criticità legate a figure lavorative escluse, come badanti e colf, a procedure che avremmo voluto più snelle, ad alcuni settori come quello dello spettacolo duramente colpiti e le cui figure non tutte rientrano nel decreto. Va detto che in una fase così difficile non possiamo lasciare solo nessuno, non può farlo soprattutto il Pubblico e quindi le istituzioni a tutti i livelli devono garantire le fasce più deboli della popolazione che hanno bisogno di assistenza, penso ad anziani non autosufficienti e disabili. Crediamo che i 25 miliardi stanziati andranno incrementati anche con risorse provenienti dall’Unione europea, sia perché il periodo di crisi proseguirà anche dopo il 3 aprile, non facciamoci illusioni,  sia perché non può essere spettatore silente in una pandemia che si sta allargando a tutto il continente”.

Intanto le strutture della Cgil in tutta la regione “sono sommerse da domande di lavoratori e cittadini circa l’applicazione delle misure previste dal decreto Cura Italia – spiega Gesmundo -. A tutti vogliamo dire che la Cgil c’è, nei luoghi di lavoro e nelle sue sedi, che stiamo potenziando i contatti telematici e telefonici per rispondere alla necessità di tenere gli utenti quanto più possibile a casa, come misura di limitazione del contagio e per la salvaguardia anche dei nostri funzionari e dirigenti che stanno svolgendo un lavoro enorme. E le nostre categorie sono anche attive nel segnalare alle Prefetture quelle attività che non consentono ai lavoratori di operare in totale sicurezza. Insomma vogliamo rassicurare tutti che nessuno sarà lasciato solo soprattutto in un momento così eccezionale che sta vivendo il Paese”.

La chiosa del segretario generale della Cgil pugliese è amara: “Di solito è antipatica la figura di chi afferma io l’avevo detto. Ma quando la Cgil chiedeva ingenti investimenti pubblici la coesione sociale, per la pubblica amministrazione, la sanità, la scuola, quando abbiamo presentato la Carta universale dei diritti che immaginava tutele uguali per tutti i lavoratori a prescindere da forme contrattuali e tipo di rapporto, quando chiedevamo lo sblocco del turn over, quando i nostri giovani criticavano il numero chiuso per le facoltà mediche, non immaginavamo certo potesse pioverci addosso questa emergenza. Di certo avremmo avuto un paese più giusto e forse più pronto ad affrontarla. Speriamo almeno valga di lezione già da ora, perché è fondamentale che istituzioni e parti sociali, ognuno per il proprio ruolo, svolgano al meglio il lavoro che siamo chiamati a fare per garantire sicurezza e sostegno a tutti i cittadini e lavoratori. In particolare a quelli della sanità, ai quali va la vicinanza e il grazie di tutti noi: a loro in primis deve essere consentito di lavorare in condizioni di assoluta sicurezza altrimenti davvero non ce la faremo a superare questa emergenza”.


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