Emergenza Rsa, Cgil: farneticanti e irresponsabili le richieste alle famiglie di ritirare anziani

Cgil, Spi e Fp: Rivedere accreditamenti e vigilanza, asl allarghi servizio pubblico

21-04-2020 12:31:57

L’invito rivolto dall’associazione che riunisce le Rsa pugliesi alle famiglie degli anziani ospiti di queste strutture di “andare a riprenderseli” o a recarsi presso le stesse residenze per aiutare nella gestione, fa nulla se a rischio di esporsi al contagio, sono sconsiderate, irresponsabili, farneticanti. Ammettono di fatto di non essere nelle condizioni né di prendersi cura delle persone né di gestire servizi per i quali ricevono importanti contributi pubblici oltre che le rette private. E’ quanto denunciano in una nota unitaria le segreterie di Cgil, Spi e Funzione Pubblica della Puglia. Nelle Rsa pugliesi si sono registrati quasi un quarto dei contagi totali nella regione e 50 morti.

“La richiesta avanzata dall’associazione delle Rsa non sta né in cielo né in terra – afferma Filomena Principale, della segreteria regionale della Cgil Puglia -. Si tratta di strutture cui la Regione destina importanti risorse, oltre ai contributi che arrivano dalle famiglie. Non può essere che nel momento di difficoltà ci si dimentica della propria funzione e ci si appella a loro. Forse se si fossero attivati i comitati di partecipazione, se quelle strutture – che sono mondi troppo chiusi – avessero chiesto subito un confronto con i sindacati e le stesse famiglie, non si sarebbe arriva a questo. È evidente che dopo questa emergenza andrà rivalutato il sistema di accreditamento e anche di vigilanza da parte della Regione e delle Asl”.

A livello nazionale lo Spi, il sindacato dei pensionati, ha annunciato di volersi costituire parte civile in eventuali processi a carico di gestori delle Rsa laddove dovessero emergere dalle inchieste della magistratura responsabilità di ordine penale. “In Puglia sono 820mila gli over 65, 150mila che vivono in casa da soli e 200mila coloro che accusano limiti funzionali, senza poter contare su una adeguata assistenza domiciliare – ricorda Gianni Forte, segretario generale dello Spi Puglia -. Le Rsa e le Rssa hanno dato risposte parziali e comunque inadeguate visto quanto accaduto. Questa vicenda ci dice che sono maturi allora i tempi per affrontare in maniera organica l’esigenza di cura e tutela di questa parte di popolazione, costruire soluzioni che tocca alle Asl garantire, con servizi alternativi dedicati agli anziani in strutture sanitarie adeguate e dove nessuno possa vedere messa a rischio la propria vita”.

Di riportare “dentro un recinto pubblico un servizio così importante” parla anche Domenico Ficco, segretario generale della Fp Cgil Puglia. “Avevamo denunciato per tempo, dopo i primi casi positivi, la mancanza di dispositivi di sicurezza adeguati e la relativa formazione al loro uso. Banalmente all’inizio non si è nemmeno proceduto a fare la misurazione agli operatori delle temperature all’ingresso, né si è riorganizzato il servizio – come aveva richiesto la Regione – dividendo pazienti in piccoli gruppi assegnando sempre le stesse unità di personale, per minimizzare contatti e rischi di diffusione contagio. È accaduto il contrario, che mentre il personale iniziava a contagiarsi quello restante era sottoposto a turni massacranti che andavano nel senso opposto all’isolamento previsto. Abbiamo affidato a privati la gestione di un pezzo di servizio pubblico e alla luce di quanto accaduto domani sarà necessario  avviare una riflessione approfondita e matura su come ripensare questo sistema”.

Cgil, Spi e Fp non hanno smesso di sollecitare in primis la Regione a convocare percorsi condivisi di revisione dei modelli di organizzazione del lavoro e delle attività delle residenze sanitarie e socio sanitarie, a tutela di chi vi lavora e degli ospiti delle strutture.


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