Fiera del Levante, Gesmundo: Gentiloni cita Di Vittorio ma ricette su lavoro sono quelle vecchie

Il segretario generale della Cgil Puglia commenta l'intervento del Presidente del Consiglio alla cerimonia di inaugurazione della rassegna barese

11-09-2017 12:27:22

  “Gentiloni chiude citando Giuseppe Di Vittorio e non può che farci piacere, rispetto al precedente premier per il quale il sindacato era un residuato del 900. Si cita la grande intuizione del nostro conterraneo per ricostruire il paese a partire dal Mezzogiorno utilizzando lo strumento del lavoro. Di un grande Piano del lavoro dove lo Stato era elemento propulsivo. Ma le ricette che abbiamo ascoltato dal presidente del Consiglio sono ricette vecchie: si richiama il jobs act che ha prodotto solo precarietà, si continua con incentivi e decontribuzioni alle imprese ma è un palliativo se non si sostiene la domanda interna. Manca per noi una visione generale, manca la politica”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, a margine della cerimonia di inaugurazione del Fiera del Levante.   “Il presidente Emiliano nel suo intervento ha posto al une fondamentali questioni che riguardano lo sviluppo della Puglia, la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Non abbiamo ascoltato risposte da Gentiloni”, aggiunge Gesmundo. “Dalle risorse scarse trasferite per i progetti che rientrano nel Patto per la Puglia agli investimenti del Governo per il Mezzogiorno, dall’ambientalizzazione dell’Ilva alla difesa della salute dei cittadini e di tutti i posti di laboro del polo siderurgico, dalla ricerca del petrolio vicino le coste pugliesi, regione che ha nel turismo balneare uno dei suoi più importanti settori economici, fino alla legge regionale sulla partecipazione impugnata inspiegabilmente dal Governo e che apre un altro fronte di contrapposizione, non un messaggio in controtendenza con il passato è arrivato dal Presidente del Consiglio”.   “Stiamo producendo ogni sforzo per far fronte a una crisi drammatica che ha mietuto posti di lavoro e fabbriche nella nostra regione, con proposte che sostengano la creazione di lavoro stabile, qualificato, spingendo sull’innovazione delle imprese, sulla messa in sicurezza e difesa del territorio, senza dimenticare le vertenze industriali aperte. Vorremmo maggiore attenzione e vicinanza del Governo a questa regione e al Mezzogiorno. I dati della spesa pubblica ci dicono invece che i trasferimenti si riducono, aumentano le povertà, i giovani emigrano, in tanto sono  costretti a rinunciare alle cure. Data la profondità della crisi che stiamo vivendo serve un ruolo forte del pubblico, risorse certe, subito spendibili. Non come quelle del Decreto Sud spalmate su un lungo periodo che lasciano davvero solo le briciole nel 2017. Forse non è percepita fino in fondo l’emergenza sociale che vive il Sud e la avvertiamo solo noi”.

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