Flai Cgil e Alpaa: La Regione Puglia riconosca lo stato di calamità per il settore vitivinicolo

È quanto chiedono in una nota congiunta Antonio Gagliardi e Manuela Taratufolo, rispettivamente segretario generale della Flai Cgil Puglia e presidente Alpaa Puglia, sindacato e associazione di categoria che rappresentano gli addetti e i produttori del settore agricolo. Oltre 27mila lavoratori impegnati tra coltivazione di uva e produzione.

 

 

10-07-2023 12:02:00

“La Regione Puglia riconosca lo stato di calamità per il vitivinicolo al fine di preservare un settore che ci vede essere la prima regione per numero di aziende che operano nella produzione di vino - circa 400 – e al terzo posto per quelle impegnate in attività primaria di coltivazione dell’uva, oltre 11mila”. È quanto chiedono in una nota congiunta Antonio Gagliardi e Manuela Taratufolo, rispettivamente segretario generale della Flai Cgil Puglia e presidente Alpaa Puglia, sindacato e associazione di categoria che rappresentano gli addetti e i produttori del settore agricolo, a seguito della diffusione della peronospera, malattia che ha danneggiato irrimediabilmente i vigneti soprattutto in alcuni territori, mettendo a rischio l’economia e l’occupazione che ruota attorno al vitivinicolo. Tra coltivazione di uva e produzione di vino gli addetti in Puglia sono oltre 27mila.

 

Un settore quello vitinicolo che rappresenta una delle più importanti filiere del sistema agroalimentare pugliese: nel mese di aprile 2023 Unioncamere Puglia ha diffuso i dati relativi al 2022 con fatturati, profitti e investimenti in crescita. Il comparto ha realizzato fino al 31 dicembre del 2022 una crescita del +10,4%, il cui valore in export si traduce quasi in 246 milioni di euro, 30 in più del 2021 e 64 in più del 2017, nonostante gli effetti rovinosi della pandemia. I mercati che maggiormente sono attirati dalle produzioni di vino Made in Italy sono Germania, Svizzera e Regno Unito. Segue una sorprendente Albania, in cui la Puglia è la prima regione d’Italia per export.

 

Fra le province pugliesi, Foggia è nettamente in testa per radicamento delle aziende vinicole: 144 pari al 36% del totale regionale. Seguono le province di Bari (18%) e Taranto (16%); il resto della torta è diviso più o meno equamente fra le altre province (intorno al 10%). La Puglia vanta 38 produzioni Dop, Igp e Docg, assumendo la posiziona del quinto posto nella classifica nazionale dei prodotti agroalimentari certificati. In questo quadro estremamente positivo, permane tuttavia una scarsa redistribuzione del valore economico verso gli anelli più bassi della catena, in particolare i lavoratori agricoli impegnati nelle attività di produzione primaria.

 

A questo si somma ora l’allarme legato alla diffusione della peronospera: soprattutto nel Foggiano, in provincia di Bari e nel Tarantino, i vigneti sono irrimediabilmente danneggiati. Ma anche nel Salento sono stati quantificati danni ingenti. “Pensiamo che la Regione Puglia - affermano Gagliardi e Taratufolo - debba attivarsi nei confronti del Governo affinché si riconosca lo stato di calamità per batteriosi modificando la legge 102/2004, beneficio che sarebbe valido anche per i danni da xylella fastidiosa, al fine di preservare i redditi dei lavoratori dipendenti delle produzioni vitivinicole, con il meccanismo del trascinamento delle giornate lavorate l’anno precedente e gli opportuni ristori agli agricoltori del comparto”.

 

Da Flai e Alpaa Puglia si sottolinea come, ai danni provocati dalla Xylella Fastidiosa, oggi si aggiunge questa nuova pestilenza, che ha ricadute pesanti sugli operai agricoli per mancanza di giornate di lavoro nelle fasi lavorative di preparazione e raccolta del prodotto enologico, oltre che sulle aziende agricole che hanno investito e puntato tutto su produzioni di qualità non solo per poter aggredire sempre più i mercati esteri ma anche per garantire i consumi interni. “È a rischio l’intera filiera che conta anche aziende legate al sistema logistico, dell’imbottigliamento e del packaging”, segnalano Flai Cgil e Alpaa. “Occorre fare presto: il Paese è in una fase storica in cui non può perdere opportunità di investimenti e di rilancio dell’economia. Questo lo hanno capito le aziende, i lavoratori agricoli, le organizzazioni delle imprese, i sindacati, tutti uniti per difendere una delle eccellenze di questa terra”.


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