"Governo non smantelli modello Riace, altre le emergenze"

La Cgil Puglia interviene sulla decisione del Viminale di sospendere i finanziamenti ai progetti di integrazione e accoglienza diffusa avviati nel piccolo comune calabrese

15-10-2018 07:48:20

Con una delibera il Ministero dell’Interno avrebbe deciso di smantellare il sistema di accoglienza diffusa del comune calabrese, preso a modello nel mondo, trasferendo in altre località i migranti che partecipavano a percorsi di inserimento lavorativo e formativo.

La Cgil Puglia non può restare indifferente davanti a episodi dal valore così forte – commenta il segretario generale Pino Gesmundo – che, oltre a cancellare modelli virtuosi di accoglienza e inserimento di cittadini stranieri, lanciano messaggi pesanti che mettono a rischio il principio di solidarietà su cui dovrebbe reggersi una società sana. Il Governo sceglie infatti di combattere le sue battaglie non contro le mafie, lo sfruttamento, il caporalato o l’evasione fiscale, tutti mali atavici dell'Italia e del Sud in particolare, ma contro un nemico inesistente, sul quale concentrare l’attenzione dell’opinione pubblica e la rabbia sociale scatenata dalle insostenibili diseguaglianze sociali.

Bene hanno fatto le istituzioni locali a schierarsi contro questa decisione, dalla Regione Calabria fino al governatore Emiliano e al presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, segnale che chi vive i territori, a fianco della popolazione, ne conosce i problemi e sa quali sono le priorità su cui una politica attenta e responsabile dovrebbe agire.

Se Mimmo Lucano, sindaco di Riace, paga oggi in prima persona il prezzo per aver messo in piedi un sistema che stava rivitalizzando un territorio altrimenti moribondo a causa dell’emigrazione senza fine dei più giovani, lanciando al contempo un segnale di umanità verso chi ci chiede aiuto, noi non possiamo fare altro che essere solidali con lui e con le persone a cui ha teso una mano, unendoci a tutti coloro che chiedono al Governo di fare marcia indietro,  praticando l'unico conflitto di cui sentiamo davvero il bisogno, cioè quello della lotta alle ingiustizie e alle diseguaglianze.


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