La transizione energetica va governata con la democrazia

22-11-2022 15:56:55

La strada della transizione energetica è segnata e il nostro paese è chiamato ad attuare politiche industriali che guardano e integrano le nuove tecnologie, evitando conseguenze sul sistema produttivo e sull’occupazione affinché la Puglia, dopo aver pagato un prezzo alto in termini ambientali e di salute di lavoratori e cittadini alla produzione di energia e all’industria pesante che fa ricorso alle fonti fossili, affronti un ulteriore costo in termini sociali con la perdita di migliaia di posti di lavoro. Parte da queste riflessioni la tavola rotonda dal titolo “Le rinnovabili nell’industria. La sfida della transizione energetica”, che si è tenuta oggi,  martedì 22 novembre a Taranto e promossa dalla Cgil Puglia assieme alle categorie regionali della Filctem e della Fiom. Tra i relatori  l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio;il responsabile Enel Distribuzione di Puglia e Basilicata, Roberto Ruggiano; il direttore generale di Vestas Italia, Francesco Amati; il responsabile relazioni istituzionali di Toto Holding e Renexia, Andrea Porchera.

Oggi abbiamo la necessità di affrontare la discussione sulle energie rinnovabili e sulla transizione ambientali sulla base di una politica industriale ed energetica per produrre sviluppo all'interno di una visione di territorio e società, coinvolgendo cittadini, parti sociali e istituzioni del territorio per mettere a sistema investimenti e competenze, programmando e governando per tempo gli interventi senza lasciare nelle mani di soggetti esterni i destini occupazionali e ambientali delle realtà coinvolte”, ha affermato il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.

Per Gino D’Isabella, segretario generale della Filctem Cgil regionale, “Puglia e mezzogiorno sono territori idonei alle rinnovabili per caratteristiche geografiche e storia economica recente, hanno visto realizzare investimenti importanti di tante aziende, occorre capire come aumentare la produzione di energia in tempi sostenibili per raggiungere obiettivi nazionali ed europei di abbattimento delle emissioni di CO2 e compiere la transizione energetica”. 

Puglia che ha primato per produzione da fotovoltaico e per potenza eolica installata, ma che vanta solo un 4 per cento di produzione di componenti per tecnologie legate alle rinnovabili. Puglia che si candida ora ad essere uno degli hub nazionali nello sviluppo della produzione di idrogeno verde. Da qui è partita la riflessione di Beppe Romano, segretario generale della Fiom Puglia: “Soprattutto nel territorio di Taranto si deve accelerare sui progetti di transizione a causa della presenza di imprese fortemente energivore a partire ovviamente dall’Ilva. E vanno costruite filiere legate che legano la produzione di componentistica alle infrastrutture del comparto delle rinnovabili”.

Priorità non differibili per la Cgil Puglia che nelle conclusione del segretario generale Gesmundo ha reclamato il funzionamento di “luoghi di discussione istituzionali affinché i processi di transizione non allarghino la distanza tra popolazione e scelte politiche e non aumentino le disuguaglianze sociali e territoriali”.


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