La Via Maestra, Bucci: 7 ottobre in piazza per avere risposte su salari, pensioni, sanità e scuola pubblica

Verso la manifestazione nazionale di Roma. Per la segretaria generale della Cgil Puglia, “anche in Puglia le famiglie, i lavoratori, i pensionati, i giovani non ce la fanno più, compressi come sono tra costo della vita e precariato. Serve l’adesione e il protagonismo di tutti per dare voce alla sofferenza dei nostri territori che ambiscono a uno sviluppo sostenibile e giusto”

30-09-2023 09:37:29

“In piazza perché lavoratori e pensionati sono allo stremo per l’aumento del costo della vita, perché i giovani continuano a emigrare soprattutto dal Sud per scappare da un destino di precariato e salari da fame. In piazza per difendere il diritto alla salute e alla scuola pubblica, contro ogni tentativo di portare alla bancarotta il sistema sanitario nazionale a vantaggio di interessi privati, di divisione del Paese tra Nord e Sud. Salari e pensioni dignitose, diritto alla salute e all’istruzione, unitarietà dei diritti che sono l’architrave della nostra Costituzione, la via maestra per la democrazia. Per questo è importante esserci, per pretendere alla politica e dal Governo risposte a favore di chi sta peggio e non di evasori, ricchi e furbi come sta facendo l’esecutivo Meloni”. È l’appello che lancia la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, in vista della manifestazione nazionale del 7 ottobre prossimo a Roma dal titolo “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”, che vede promotori tra gli altri Cgil, Acli, Anpi, Arci, Emergency, Fondazione Gimbe, Fondazione Disuguaglianze e Povertà, Legambiente, Libera, Sbilanciamoci, Medicina Democratica, Wwf Link, Rete Studenti Medi, Uds, Udu. All’appello hanno già aderito oltre un centinaio di sigle associative territoriali e nazionali di impegno civile, sociale e politico.

“Siamo mobilitati in tutte le province nell’organizzazione dei pullman per la manifestazione e avvertiamo voglia di partecipazione che nasce da una sofferenza che deve trovare rappresentanza sociale e politica e soprattutto ricevere risposte che non siano propagandistiche, come l’una tantum della carta per la spesa alimentare che in una famiglia media non basta nemmeno per un mese – afferma Bucci -. L’appello è a rivolgersi alle nostre strutture in tutte le città per prenotare un posto e dare voce al disagio crescente che vivono i nostri territori”.

Il contesto è noto, sottolinea la Cgil pugliese, “come le difficoltà che ogni lavoratore, pensionato, ogni famiglia, affronta quotidianamente, compressi come siamo tra inflazione che erode stipendi e pensioni già povere. Perché dai prodotti di prima necessità ai costi per l’istruzione, per il tempo libero, per la salute, tutto è aumentato. Fermi sono rimasti solo i salari. Ma se si soffoca il consumo interno, la disponibilità delle famiglie di spendere, è evidente che il Paese va in crisi. E se il lavoro è sempre più precario e povero, è evidente che sempre più persone – i giovani in primis – saranno costretti ad emigrare, a spendere altrove le proprie competenze, a cercare opportunità dignitose di lavoro e di vita”.

Parte da qui la critica profonda alle scelte del Governo Meloni: “Se è ben chiaro il contesto è altrettanto evidente come le emergenze accennate non hanno trovate nei Governi del Paese – quello Draghi prima, quelle delle destre ora – risposte che vanno sulla strada della giustizia sociale, del sostegno al lavoro di qualità, della risposta alle povertà causate dalla crisi prima pandemica poi legata alle tensioni internazionali e all’esplosione dei costi energetici. Si precarizza ulteriormente il lavoro con i voucher e la liberalizzazione dei contratti a termine, si premiano evasori e i redditi più alti con misure fiscali che non affrontano l’emergenza dell’evasione, si fa cassa ancora una volta sulla pensioni aggirando la piena indicizzazione rispetto all’inflazione, si taglia il Reddito di cittadinanza che ha funzionato per mettere al riparo molte famiglie proprio dal baratro della povertà – l’ha detto la Banca d’Italia, l’ha scritto l’Istat -, si definanzia il fondo sanitario nazionale aggravando una situazione che già in molte regioni è al limite, si scappa dal confronto sul salario minimo e su politiche di contrasto al precariato. In ultimo si tagliano opere e risorse per il Mezzogiorno previste nel Pnrr, con un neocentralismo praticato dal Ministro Fitto che avvilisce le autonomie locali. Come si fa a dire che la Cgil strumentalmente già parla di sciopero generale prima ancora della manovra finanziaria, quando è un anno che siamo mobilitati rispetto a questi temi da un anno, è un anno che chiediamo ascolto e riceviamo generici inviti a tavoli che rimandano ad altri tavoli e così via. Qui servono risposte, qui le famiglie, i lavoratori, i pensionati, i giovani non ce la fanno più! Altro che pregiudizio”.

La strada è la Costituzione, afferma la Cgil, “quella che vogliamo difendere e praticare difendendo il diritto alle cure accessibili per tutti, l’istruzione pubblica, l’unità del Paese contro processi folli di secessione delle regioni più ricche. Il tema dei salari e delle pensioni è ineludibile, soprattutto per regioni come la Puglia dove prevalenti sono settori a basso valore aggiunto con impieghi stagionali. Nel 2022 sono stati attivati 1 milione e 128 mila rapporti di lavoro, il 94% è stato a tempo determinato o con forme comunque atipiche. Quel lavoro povero e intermittente che determina bassi salari e povertà. E di tutti i rapporti attivati, quasi un milione richiedeva basse o medie conoscenze. Pochissimo lavoro qualificato o ad alto contenuto di conoscenze. C’è un problema connesso al nostro sistema economico e produttivo. Si deve investire in innovazione, in crescita dimensionale” Un capitolo a se merita il tema del divario di genere che vive il mercato del lavoro in Puglia: “Il tasso di occupazione femminile è del 37% (contro il 64,6% maschile) mentre il tasso di inattività è del 55,7% (contro un 27,2% maschile). Le donne il lavoro non lo cercano nemmeno, perché è difficile da conciliare con il lavoro di cura che ricade maggiormente sulle donne, perché mancano servizi pubblici di sostegno. E quando c’è è solitamente – per le stesse ragioni – part time. Bastano gli indicatori illustrati per capire che se la nostra regione vuole crescere, se vogliamo aumentare l’occupazione, la prima risposta è sul mercato del lavoro con politiche mirate al lavoro femminile”.

Dove prendere le risorse? “I diritti che rivendichiamo possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi regressivi – come, ad esempio, la flat tax – quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile”, afferma la segretaria generale della Cgil Puglia. “

Per queste ragioni quella del 7 ottobre “dovrà essere una manifestazione con un’adesione straordinaria, per dare forza alle nostre proposte – conclude Bucci -. Serve l’impegno e il protagonismo di tutti, lo dobbiamo fare per lo sviluppo e la tenuta democratica del Paese, per costruire un’idea di società inclusiva e giusta, che dia risposte a chi ne ha più bisogno, contro ogni egoismo politico e speculazione economica”.


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