Lavoro, i sindacati chiedono al governo di scoprire le carte

28 -02-2012

Oggi incontro tecnico al ministero del Lavoro (sulla flessibilità in entrata, ovvero apprendistato, contratti a termine, collaborazioni), in attesa della riunione plenaria di giovedì (che sarà invece sugli ammortizzatori sociali). E i sindacati mandano segnali di preoccupazione al governo, ma insieme di disponibilità a una trattativa vera, cosa che finora, nonostante i numerosi incontri e le ancora più numerose esternazioni, è mancata. “È nostro obiettivo riformare seriamente il mercato del lavoro partendo da tre priorità: ridurre la precarietà, allargare le tutele e mantenere i diritti”. L’ha detto Susanna Camusso al direttivo della Cgil, riporta Il sole 24 ore, sottolineando anche la necessità di “spingere il negoziato verso una positiva conclusione” che “noi consideriamo utile e possibile”. Al tavolo della trattativa per Camusso bisogna anzitutto sciogliere il nodo delle risorse, soprattutto per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali . “Non si può fare una riforma, con la pretesa di allargare le tutele senza metterci le risorse adeguate. Puntando ad una sola logica di risparmio si ridurranno fortemente le tutele invece di allargarle”.Concetti ribaditi anche da Raffaele Bonanni in un’intervista pubblicata oggi da Europa. “Il ministro Fornero dice che bisogna creare un sistema universalistico utilizzando soltanto il sistema assicurativo per poi, addirittura, spalmare le tutele su tutti. Non penso che questo governo riesca a fare il miracolo dei pani e dei pesci”. Bonanni (che si dice comunque “ottimista, perché Monti è una persona equilibrata e naturalmente tutta la compagnia non può che essere equilibrata”) chiede al ministro del Lavoro di mostrare le sue carte. “Noi il documento alla Fornero l’abbiamo consegnato già l’altra volta, i miei compiti li ho fatti – chiosa ironico –. Adesso, però, vorrei vedere qual è il compito svolto dal ministro perché finora non l’abbiamo avuto”. Anche perché, sottolinea ancora il segretario generale della Cisl, “la riforma del mercato del lavoro è come una rete idrica, che perde acqua da tutte le parti e va ristrutturata. Ma una rete idrica senza acqua, e cioè senza crescita e sviluppo, non può funzionare. E invece non vedo interventi sui nodi strutturali, che non si risolvono né con i farmacisti né con i tassisti né con i notai, ma intervenendo sul credito, sul petrolio, sulla pubblica amministrazione”.

Critico con il governo, sul versante mercato del lavoro (“Se ci fosse la piena occupazione, capirei un governo che discute di flessibilità in uscita e in entrata. Ma qui il problema è che il lavoro non c'è, mi pare una schizofrenia”), ma anche per la sua “non reazione” alle uscite di Marchionne, è Pierre Carniti in un’intervista all’Unità. “Di fronte all'annuncio della possibile chiusura di altri due stabilimenti italiani della Fiat, sono sconcertato dal silenzio del governo. Non capisco perché Monti non abbia chiamato l'ad Fiat per chiedergli conto di quelle affermazioni, per avere informazioni chiare sugli investimenti in Italia, su quei 20 miliardi che erano stati annunciati con Fabbrica Italia e poi sono spariti, sull'occupazione”. E sull’articolo 18, alla domanda se crede davvero che sia l'Unione europea a chiedercene la modifica, l’ex segretario della Cisl risponde. “lo non credo che il commissario agli Affari economici Olli Rehn sappia cos'è l'articolo 18, se questa richiesta c'è mi pare uno degli ultimi sussulti di una cultura liberista che pensa che i problemi si risolvono riducendo i diritti e i salari. Una ricetta che non ha mai funzionato in nessuna parte del mondo. Capisco che Monti, per ragioni di rapporti internazionali, voglia dare qualche contentino simbolico alla parte più conservatrice della Commissione Ue, ma non raccontiamoci che i problemi veri sono questi ...”.In chiusura segnaliamo una bella e densa intervista di Oreste Pivetta a Susanna Camusso sull’Unità. Partendo dall’attacco di Marchionne al quotidiano fondato da Antonio Gramsci, il segretario generale della Cgil ragiona sulla natura della crisi della politica “Sta passando il concetto che la democrazia sia un lusso e che i diritti siano costi. Un attacco che trova terreno fertile nella crisi della politica”. “Lo Statuto dei lavoratori – ricorda Camusso – fu approvato nel '70, nel cuore di un periodo che dopo il boom era stato ancora di crescita economica e durante cui vennero introdotti nuovi elementi di welfare e si rafforzarono i diritti di cittadinanza anche nel mondo del lavoro. Adesso tanti segnali ci avvertono che si stanno compiendo passi indietro e sono segnali inquietanti”.

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