Le proposte Cgil per il manifatturiero: innovazione e sostenibilità per creare lavoro e sviluppo

22 -11-2013

Il Comitato Direttivo della CGIL Puglia ha esaminato le condizioni economiche e produttive del sistema industriale pugliese con l’intento di avviare un confronto con le parti sociali e le istituzioni, ai vari livelli, finalizzato. Sono state individuate le linee guida e le azioni utili a fronteggiare la grave crisi che il comparto sta attraversando per imprimergli una robusta inversione di tendenza.

 

L’opzione fondamentale è rappresentata dall’idea di sostenibilità, nella sua accezione più ampia, dal punto di vista economico, sociale, ambientale. Per cui vanno intensificati gli sforzi per consentire a pezzi del sistema manifatturiero pugliese di uscire dall’illegalità e dall’alveo delle attività sommerse.

 

Sempre sul versante della sostenibilità, la partita decisiva in una regione come la Puglia si gioca sul piano della compatibilità del sistema industriale con le esigenze di salvaguardia ambientale e della salute dei cittadini. La sostenibilità deve rappresentare l’elemento guida in grado di indirizzare le scelte verso la crescita di un manifatturiero orientato verso attività strettamente legate al miglioramento della qualità ambientale (non solo bonifiche, ma anche ciclo dei rifiuti, energie rinnovabili) e al territorio (agroalimentare, turismo, ecc.), indirizzando su questo versante i nuovi investimenti.

 

I settori manifatturieri più maturi devono essere salvaguardati prevedendo forme di integrazione ed accorciamento di filiera, unitamente alla definizione di regole in grado di valorizzare le vocazioni territoriali, nell’ambito di un necessario rilancio del made in italy a livello nazionale, in coerenza con la nuova normativa sulla tracciabilità, approvata di recente dal Parlamento Europeo, che coglie le accresciute sensibilità dei consumatori verso la qualità e la sicurezza dei prodotti. sul versante delle reti (energia, acqua, gas) occorrono interventi per il loro potenziamento, a partire dai centri di ricerca ad essi collegati, utili per l’attivazione di soluzioni tecnologicamente avanzate (Smart city, Smart grid, ecc.)  e per questa via sviluppare nuovi attività produttive.

 

Per Gianni Forte, segretario generale della Cgil Puglia, “E’una situazione molto complicata dal punto di vista dell’effetto della crisi sull’occupazione, sul depauperamento del sistema industriale non solo a livello nazionale, ma anche in Puglia dove le crisi prendono il sopravvento sui punti di eccellenza che comunque sono tanti. Ci sono aziende e settori del nostro territorio che per fortuna non hanno conosciuto gli effetti della crisi. Purtroppo quello che rende la percezione delle difficoltà sono le aziende che chiudono, i fallimenti, le difficoltà e i posti di lavoro che si perdono. Imperativo categorico per noi è evitare che si perdano posti di lavoro perché ogni posto di lavoro che si perde è una ferita che si apre nel territorio, nel sistema sociale, nelle famiglie. Difendere l’occupazione ma nello stesso tempo rilanciare rivendicando innovazione, ricerca, internazionalizzazione, portando il nostro sistema industriale agli stessi livelli d’avanguardia di altre aree del Paese e ad altre parti del mondo perché la Puglia ha le capacità per uscire dalla crisi a testa alta e con un sistema che riesce a fare qualità. Questo è il modo per far attecchire l’industria sul territorio perché di industria abbiamo bisogno”.

 

Le proposte della Cgil sono state nel pomeriggio argomento del dibattito moderato da Michelangelo Borrillo, vice capo redattore Corriere del Mezzogiorno e Responsabile Mezzogiorno Economia, a cui hanno partecipato Gianni Forte, Leo Caroli, Assessore Regionale al Lavoro; Nicola Costantino, Docente Ingegneria Economica Politecnico Bari; Domenico Favuzzi, Presidente Confindustria Puglia; Loredana Capone, Assessore Regionale Sviluppo Economico; Federico Pirro, Docente Storia dell’Industria Uniba e Consigliere Svimez; Elena Lattuada, Segretaria Nazionale Cgil.


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