Prenotazioni in farmacia, preoccupazione Cgil: "Saranno a pagamento per i cittadini?"

07 -07-2014

“Dopo lo stop del servizio, prenotare in farmacia una visita o un esame specialistico probabilmente potrebbe avere un costo, ovviamente a carico dei cittadini tra i quali potrebbe anche prevalere la logica del ‘meglio pagare che fare lunghe code ai Cup’, un’alternativa valida però per pochi e non per tutti. Si pensi alle persone a basso reddito o ai pensionati, quelli stessi che stando alle statistiche Istat sono indicati come i più poveri d’Europa”. Commenta così Luigi Antonucci, segretario generale della Cgil di Barletta – Andria – Trani la possibilità, stando ad indiscrezioni, alla quale si starebbe pensando in queste ore, di ripristinare il servizio di prenotazione, dopo lo stop di Federfarma, presso le farmacie della Provincia a fronte di un costo a carico degli utenti.

 

“Ci auguriamo che le cose non stiano in questi termini ma se così non dovesse essere riteniamo che in una situazione economica come quella che stiamo vivendo non è assolutamente possibile continuare ad aggiungere costi sulle spalle dei cittadini – spiega Antonucci. È possibile che tutto debba essere sempre scaricato sugli utenti? Ci chiediamo, quanti sono nelle possibilità di poter pagare oltre ai ticket anche il costo delle prenotazioni?”

 

Già il 28 febbraio scorso le Camere del Lavoro comunali di Cgil, Cisl e Uil, insieme alla Lega dei Pensionati di Cgil e Cisl, si sono attivate per chiedere un incontro alla Asl Bat dopo aver appreso della sospensione del servizio da parte delle farmacie. Nel tavolo convocato il 3 marzo è stato firmato un accordo per proporre a Federfarma di prorogare di 60 giorni la data della sospensione e dare così la possibilità alla Asl di elaborare un progetto alternativo. Successivamente la stessa azienda si è impegnata a praticare la strada dell’affidamento del servizio Cup ai medici di medicina generale e pediatri, idea discussa in un incontro il 26 marzo nella sede della direzione generale della Asl, accolta con favore dagli stessi medici ed avviata in via sperimentale in alcuni studi del territorio.

 

“Da quell’incontro del 26 marzo sono trascorsi ormai più di tre mesi e non siamo stati più convocati a nessun tavolo, intanto veniamo a conoscenza di questa possibilità. Siamo convinti che la priorità sia quella di cercare di evitare le file di ore che i cittadini sono costretti a fare ai Cup ma non certo facendo pagare il servizio. Bisognerebbe aumentare i punti di prenotazione oppure continuare nella logica del potenziamento di quelli già esistenti, così come già fatto dall’azienda sanitaria. Perché non discutiamo tutti insieme, parti sociali, farmacie, medici e Asl, di questa questione? Noi della Cgil Bat, insieme alle Camere del Lavoro comunali ed alla Lega dei Pensionati, siamo pronti a sederci ad un tavolo. L’importante è che non si scarichi sempre qualsiasi problema sulle spalle dei cittadini”.


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