Riparte discussione Ddl Pillon, Cgil chiama a mobilitazione

23-07-2019 09:12:45

“Se qualcuno pensa di approfittare del periodo estivo per far passare un provvedimento legislativo misogino e che punta a cancellare diritti di autodeterminazione delle donne sappia che la Cgil non va in ferie e si mobilita”. È quanto affermano in una nota congiunta Filomena Principale e Antonella Cazzato, rispettivamente segretaria regionale della Cgil Puglia e dello Spi Cgil.

Oggi, martedì 23 luglio, riparte infatti in Commissione Giustizia al Senato la discussione sul Disegno di legge Pillon, “e noi siamo mobilitati in tutti i territori a ribadire i nostri No, fermi e decisi”, sostengono Principale e Cazzato.

No alla mediazione obbligatoria e a pagamento, No all’imposizione di tempi paritari e alla doppia domiciliazione/residenza dei minori, No al mantenimento diretto, No al piano genitoriale, No all’introduzione del concetto di alienazione parentale. Inoltre se verranno approvati il Disegno di legge Pillon e gli altri 3 disegni di legge sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato, separazione e affido rischiano di diventare un campo di battaglia permanente. Di fatto si vieta il divorzio a chi è meno ricco perché le separazioni saranno fortemente disincentivate dagli alti costi imposti dalla mediazione obbligatoria e a pagamento. I figli e le figlie diventeranno ostaggi di un costante negoziato sotto tutela per far funzionare il mantenimento diretto a piè di lista e il piano genitoriale con doppio domicilio. Le donne inoltre sono generalmente la parte più debole della coppia, su di esse grava il lavoro di cura, mediamente hanno stipendi più bassi, sono loro che rischiano di restare stritolare da questi meccanismi.

“Non permetteremo che si cancellino conquiste di civiltà ottenute con la lotta e l’impegno delle donne. Non ci fermerà il periodo di ferie e in occasione della ripresa del dibattito – concludono le segretarie regionali di Cgil e Spi Puglia – saremo impegnato a costruire momenti di informazione e di sensibilizzazione, in raccordo con la vastissima rete delle associazioni che si batte contro il Ddl Pillon, per arrestare questa aggressione ai diritti e alle libertà delle donne”.


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