Risposte su sanità  e welfare, 2000 in piazza a Bari con Cgil Cisl Uil

18-12-2018 12:15:19

Le richieste dei sindacati su sanità e welfare sono arrivate forti e chiare alla Regione Puglia. Stamattina una distesa di bandiere di Cgil Cisl Uil Puglia, sventolate da circa 2.000 partecipanti arrivati da tutte le province, ha colorato la zona del lungomare di Bari antistante il palazzo della Giunta regionale. Dopo la riunione del 1 dicembre scorso con il Presidente della Regione, proprio sulle problematiche socio-sanitarie che attanagliano i cittadini nei momenti più disagevoli della loro vita, e che si era conclusa senza un accordo riguardo ai processi partecipativi invocati dai sindacati, stamattina Cgil Cisl Uil hanno chiamato a raccolta lavoratori, pensionati e cittadini, per ribadire al Governo regionale e nazionale la richiesta di essere ascoltati.

È la prima di una serie di iniziative che si svolgeranno in tutta Italia. “C’è un piano di rivendicazione nazionale che si lega a quello regionale – ribadisce il Segretario generale Cgil Puglia, Pino Gesmundo –. Questa è la prima manifestazione nel Paese dopo la mobilitazione nazionale lanciata da Cgil Cisl Uil sulla sanità. Esistono due Italie e due politiche per salute, una di serie A e una di serie B, e nel Mezzogiorno non sono garantiti gli stessi livelli di assistenza che nelle regioni del Nord. Allora serve un intervento governativo nel perequare il fondo sanitario nazionale. Regioni che hanno lo stessi numero di abitanti della Puglia ricevono 800 milioni in più così come contano su organici con un numero di operatori maggiore di 15mila unità. Ovvio che le prestazioni in termini di qualità e quantità saranno diverse da territorio e territorio. Servono più risorse per sanità e welfare per poter garantire l’universalità delle prestazioni e la centralità del servizio pubblico, perché le criticità che compromettono il diritto alle cure e l’accesso alle prestazioni sociali. Lo chiediamo al governo nazionale ma anche a quello regionale. Spesa farmaceutica, mancanza di centrale unica di acquisti, liste d’attesa, nessuna risposta sulla sanità territoriale, avviliscono un diritto costituzionale che per i pugliesi non è sempre garantito. Così non può e deve continuare.

“Vogliamo che sia reso esigibile l’accordo sottoscritto con il Governatore, nonché Assessore alla sanità, proprio il 12 dicembre del 2016, esattamente due anni fa, – osserva Daniela Fumarola, Segretaria generale della Cisl Puglia – in cui si assicurava maggiore attenzione ad alcune criticità del sistema socio-sanitario pugliese e il cambio di passo sulle politiche regionali che mettesse in risalto un metodo nuovo di agire: la verifica periodica delle attività legate alle Asl territoriali, l’ascolto da parte dell’amministrazione regionale delle valutazioni dei sindacati che nei territori recepiscono le problematiche riportate dai cittadini che si rivolgono alla sanità pubblica in momenti di grande fragilità e maggiori risorse per la carenza di personale visto che mancano all’appello circa 5.000 tra le varie professionalità sanitarie utili al buon funzionamento di sanità e welfare. Peccato che i contenuti di questo accordo siano stati tutti disattesi. Attendiamo ancora risposte dal Presidente”.

"Dopo 24 mesi di inutili sollecitazioni - dichiara Franco Busto, Segretario generale della Uil Puglia - ci sentiamo dire dalla Regione Puglia che va tutto bene, che la nostra sanità fa passi da gigante. Oggi migliaia di bandiere dimostrano il contrario: la sanità pugliese è malata e va curata subito, con medicine condivise con le parti sociali e con le organizzazioni sindacali. Le liste d'attesa infinite, inaccettabili per un territorio civile, non sono una nostra invenzione, così come non è un nostro capriccio la necessità di riformare e migliorare il servizio di emergenza-urgenza, che attualmente non è in grado di affrontare con efficacia le emergenze sanitarie e ambientali che stanno investendo la regione, o di accelerare sulla rete dei presìdi territoriali. C’è ancora tempo per attuare l’accordo di due anni fa, a patto che esista, finalmente, la volontà politica di cambiare passo e la disponibilità, da parte della Regione, al confronto serrato".


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