Sciopero 15 novembre, manifestazione provinciale a Barletta

13 -11-2013

Cambiare la Legge di stabilità reperendo le risorse dalla lotta agli sprechi e dalle rendite per garantire più risorse a lavoratori e pensionati. Sono queste le rivendicazioni alla base della mobilitazione dei sindacati anche nella provincia di Barletta – Andria – Trani. Cgil, Cisl e Uil, in occasione dello sciopero di 4 ore proclamato dalle segreterie nazionali, organizzano una manifestazione provinciale venerdì 15 novembre a Barletta con un corteo che partirà da corso Vittorio Emanuele (Comune) alle ore 16.00 e giungerà in piazza Real Monte di Pietà per un comizio conclusivo. All’iniziativa interverranno Vincenzo Posa, segretario generale Uil Bat, Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat. Concluderà la mobilitazione Emilio Diconza, segretario generale Cisl Foggia-Bat.

 

I lavoratori di tutte le categorie della nuova provincia scendono in piazza per chiedere di diminuire realmente le tasse ai dipendenti ed imprese che creano occupazione, rifinanziare la cassa integrazione e dare certezze agli “esodati”, rivalutare le pensioni, tagliare la spesa pubblica ed i costi della politica, difendere l’insieme dei servizi valorizzando i dipendenti pubblici.

 

“Questo Governo di larghe intese cercava un’idea che fosse soddisfacente per molti ma ha trovato una soluzione che è riuscita a scontentare tutti. Noi chiediamo – spiegano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – che venga modificata questa finanziaria perché non realizza quella svolta economica necessaria al Paese per uscire dalla recessione e tornare a crescere. Scendiamo ancora una volta in piazza per sollecitare la realizzazione di una politica europea che liberi fondi da destinare al rilancio delle attività produttive, la destinazione di maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali, per affrontare meglio la crisi attuale e realizzare misure per la creazione di prospettive lavorative per i giovani della Bat. Chiedevamo l’abolizione delle tasse sul lavoro perché di lì bisognava ricominciare e, forse, abbiamo ricevuto un intervento da pochi euro in più in busta paga al mese che certamente non sarà sufficiente a rimettere in moto l’economia ed a far ripartire la domanda interna. È dunque urgente posizionare al centro dell’agenda politica nazionale lo sviluppo per garantire un futuro al Paese ed a questo territorio già fortemente provato”.


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