Sciopero Generale dipendenti Enel 8 marzo proclamato da FILCTEM CGIL, FLAEI CISL e UILTEC UIL

07-03-2024 10:54:58

Venerdì 8 Marzo si terrà uno Sciopero Generale Nazionale dei Dipendenti Enel, indetto da FILCTEM CGIL, FLAEI CISL – UILTEC UIL, in Puglia sono interessati oltre 2000 lavoratori delle varie aziende del Gruppo.

Si terranno Presidi di protesta al di fuori dalle sedi ENEL di Bari, Foggia, Lecce, Taranto e un Sit-in sotto la Prefettura di Brindisi, con la richiesta di incontro al Prefetto

I Sindacati chiedono che Enel sia, in Italia, la Protagonista della Transizione energetica e digitale, realizzi i progetti previsti e finanziati dal PNRR e investa sugli asset e sulle persone.

I Segretari/Coordinatori della Puglia di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, rispettivamente Antonio Frattini, Natale Lattanzi e Carlo Perrucci, sottolineano che: “Non si sta scioperando per rivendicare aumenti salariali, ma perché si è fortemente preoccupati per la direzione che sta prendendo questa Azienda “.

Una Azienda che sta focalizzando la sua attenzione esclusivamente sugli aspetti finanziari a discapito dell’occupazione, della qualità del servizio e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Con l’insediamento del nuovo Management, si propongono solo operazioni di riduzione dei costi per cercare di produrre utili agli azionisti rinunciando agli investimenti e alla sua vera mission che è quella di erogare un servizio di pubblica utilità per i cittadini.

Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, scioperano su tutto il territorio nazionale contro le decisioni di Enel e un Piano Industriale inadeguato e dannoso.

Nessuna idea su come affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green

appaltare la maggior parte delle attività elettriche con gravi rischi per la sicurezza dei lavoratori delle imprese e del sistema elettrico italiano vicino al collasso; un’azienda sottorganico da anni, che non è in grado di gestire l’attuale rete elettrica italiana con carichi di lavoro insostenibili e allungamento dei tempi di ripristino dei guasti; un Piano di assunzioni che non garantirebbe il raggiungimento degli obiettivi del PNRR affidati all’ENEL; ridurre gli investimenti sulle energie rinnovabili in controtendenza agli obiettivi green del 2030; modificare unilateralmente il regime degli orari di lavoro, senza rispettare il Protocollo di Relazioni; tagli indiscriminati al costo del personale; revoca dello smart working, andando a peggiorare i tempi di vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Le categorie del settore elettrico denunciano, inoltre, una organizzazione del lavoro caotica e affidata solo alla buona volontà dei lavoratori.

Tutto ciò comporterà:

un’importante diminuzione degli standard di qualità e sicurezza della rete elettrica, con possibile incremento di infortuni sul lavoro; conseguenze fortemente negative sulla qualità e sulla continuità del servizio elettrico sempre più a rischio di blackout.

In aggiunta a tutto ciò, i Segretari/Coordinatori della Puglia di Antonio Frattini Filctem-Cgil, Natale Lattanzi Flaei-Cisl, e Carlo Perrucci Uiltec-Uil, esprimono anche grande insoddisfazione per l’ultimo incontro ministeriale svolto lo scorso 5 marzo ’24 e forte preoccupazione per il futuro occupazionale dei lavoratori diretti e dell’indotto della Centrale di Cerano di Brindisi, con 3 Gruppi di produzione fermi da settembre 2023 e dove non ci sono più certezze su nessuno degli investimenti annunziati.

Mai come adesso, il malcontento e la preoccupazione sono diffusi in tutte le società del Gruppo, e-distribuzione, produzione Green Power, area mercato, Enel X, e-mobility, tutte le altre articolazioni societarie e coinvolgono Operai, Impiegati e Quadri.

Va infine evidenziato che l’Enel vive grazie ad una concessione ed ha costi riconosciuti per le attività regolate. Vive in sostanza grazie alle bollette degli italiani e pertanto gli va impedito di operare a sfavore del sistema paese, delle imprese, dei cittadini.

Questo sciopero, quindi, deve richiamare le responsabilità della politica, del Governo e del Parlamento che devono vigilare e agire concretamente contro una smobilitazione annunciata e studiata a tavolino.


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