Tavola rotonda "Jobs Act, contratto a termine: occupazione o precarietà ?"

23 -06-2014

Ulteriore precarietà ed incertezza oppure creazione di occupazione e dunque nuovi posti di lavoro? Le novità che riguardano il contratto a termine inserite nel Jobs Act di Matteo Renzi dividono e fanno discutere. Nello specifico, per il lavoro a termine è stata prevista l’elevazione a 36 mesi della durata del contratto ma viene meno l’elemento della causalità, dunque la necessità di avere ragioni di carattere tecnico ed organizzativo che motivino l’assunzione a termine. È prevista, inoltre, la possibilità di prorogare fino ad un massimo di cinque volte il contratto entro il limite dei tre anni. La disciplina prevede anche un limite di lavoratori a tempo determinato (pari al 20%) del totale. Il superamento della soglia comporta una sanzione amministrativa.

 

Per approfondire il tema, la Cgil di Barletta – Andria – Trani organizza la tavola rotonda “Tempo determinato: crea occupazione o precarietà?”. L’appuntamento è previsto per mercoledì 25 giugno, a partire dalle ore 17.30, presso la Sala Rossa del Castello di Barletta. Parteciperanno all’incontro il segretario generale della Cgil Bat, Luigi Antonucci, il prof. Vincenzo Bavaro, docente di diritto del lavoro presso l’Università degli Studi di Bari, il direttore della Buzzi Unicem di Barletta, Vincenzo Di Domenico e Pasquale Valente, Confindustria Bari-Bat. Concluderà la discussione Serena Sorrentino della Cgil nazionale.

 

“L’obiettivo – spiega Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – è quello di affrontare un ragionamento a più voci per andare oltre le carte e comprendere quali conseguenze possa avere nella realtà questo provvedimento di Renzi. Ci metteremo attorno ad un tavolo con l’altra parte interessata, ovvero gli industriali, e cercheremo di capire anche da un  punto di vista giuridico se siamo davvero ad una svolta oppure di fronte ad altra precarietà ed incertezza. Secondo noi, per esempio, l’eliminazione del vincolo di causalità è una misura contraddittoria rispetto all’idea stessa del contratto a termine che nasce proprio per far fronte a precise esigenze. Il nostro timore è che i dipendenti possano ritrovarsi in una situazione di debolezza nei confronti dei datori di lavoro perché in perenne attesa che il proprio contratto venga rinnovato”.


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