Un protocollo per lo sviluppo e la legalità  in Puglia

È quello sottoscritto nella regione tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Gesmundo: “Avanzeremo proposte concrete alle istituzioni su politica industriale, trasporti e logistica, energia e ambiente, innovazione, utilizzo dei fondi comunitari”

16-02-2018 10:39:16

Un accordo per sostenere lo sviluppo, l'occupazione e la competitività del sistema economico pugliese. E’ quello sottoscritto da Cgil Cisl Uil e Confindustria Puglia, che punta a rendere sistematici momenti di analisi e confronto per avanzare proposte di politica industriale alle istituzioni pubbliche.

Questa è la regione che passa dalle eccellenze dell’aerospazio e dell’automotive al fenomeno quasi ottocentesco del caporalato, non solo nel sistema agroalimentare”, commenta Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil pugliese. “I timidi segnali di crescita che registriamo sono insufficienti per invertire una tendenza. La lunga fase recessiva ha mietuto posti di lavoro e imprese. Da un lato registriamo in alcuni settori l’aumento dell’export e allo stesso tempo crescono le ore di cassa integrazione, come nell’industria. Permane il dramma di una crescente emigrazione giovanile, soprattutto quella più qualificata, che qui non trova occasioni per spendere le conoscenze acquisite”.

Una regione che su un totale di 1,4 milioni di occupati ne registra 990mila nel settore dei servizi, “spesso a bassa produttività”, così come prevale un tessuto di piccole e medie imprese “che vive maggiori difficoltà di accessi al credito e presenta una struttura organizzativa più debole che limita investimenti e innovazione”. Una delle ragioni per cui Cgil Cisl Uil e Confindustria sono convinte che per rilanciare lo sviluppo occorra affrontare con la massima determinazione i problemi del sistema industriale, “per consolidare l’esistente ma anche e soprattutto – sottolinea Gesmundo – al fine di creare condizioni per nuovi investimenti industriali, che puntino su settori innovativi, che vadano a inserirsi in filiere legate a produzioni di eccellenza. Dopo un lungo confronto siamo riusciti a trovare una sintesi che punta a dare risposte ai colpi che la crisi ha prodotto sul nostro sistema produttivo, che già rispetto ad altre zone del paese viveva una gap in termini di competitività, anche per condizioni di contesto”.

Una sfida, così definiscono i firmatari il protocollo, che ha già delineato le aree di confronto e intervento: infrastrutture digitali e logistiche; turismo, agroindustria e industria creativa; rapporto tra energia, industria, ambiente e sicurezza; crisi aziendali; start up innovative; Piano nazionale e regionale di Impresa 4.0. “Una delle leve fondamentali di sviluppo deve essere data dalla presenza nella nostra regione di grandi gruppi nazionali e internazionali. E’ compito dei soggetti della programmazione favorire la crescita di imprese locali in una logica di distretto e sub fornitura”.

Capitolo fondamentale è quello delle risorse finanziarie, “comunitarie, nazionali e regionali, che vanno integrate rispetto agli interventi. Ad esempio per quelli rivenienti dai fondi Fesr e Fse – ricorda Gesmundo – vi sono 3,5 miliardi di euro da impegnare. Spesso le uniche risorse a disposizione. Dobbiamo spendere bene e spendere velocemente. Dobbiamo stimolare alcune grandi stazioni appaltanti ad avviare lavori anche finanziati, e se penso ad Anas e al sistema dei trasporti è evidente che parliamo di interventi che vanno anche ad incidere su quelle condizioni di contesto, infrastrutturali, che determinano maggiore competitività per le imprese”.

Un accordo che non può non affrontare il capitolo l’Ilva, “perché inutile nasconderlo, la definizione del profilo produttivo e ambientale condiziona pesantemente lo sviluppo o l’arretramento del territorio. Così come nel protocollo insistiamo sulla necessità di fare rete sia tra imprese che tra imprese e mondo della ricerca. Chiediamo una legge regionale che sostenga un efficace coordinamento tra questi mondi. Ad esempio in Puglia, a Bari, il Politecnico può assumere un ruolo centrale e determinante”.

Infine “si insiste sulla necessità di maggiore trasparenza negli appalti, in una regione dove forte è la presenza e le infiltrazioni nel tessuto economico delle organizzazioni criminali. I tal senso abbiamo già inviato una nota congiunta alle Prefetture, che vogliamo incontrare per spiegare i termini dell’accordo e magari assieme a loro e agli enti di spesa costituire un coordinamento che vigili sul rispetto delle norme nell’aggiudicazione dei lavori. Convinti come siamo che ogni sforzo che possiamo produrre sarebbe reso vano senza legalità, che per noi è pre-condizione per uno sviluppo sano, solidale, sostenibile”.


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