Via libera della Cgil al referendum Fiat

12 -01-2012

"È grave e sbagliata la scelta della Fiat di continuare sulla strada della rottura aggravata dalla definizione di un contratto di primo livello che cancella il contratto nazionale e la storia della contrattazione collettiva del gruppo e che tiene fuori illegittimamente dai luoghi di lavoro il sindacato maggiormente rappresentativo". Così la Cgil, in un ordine del giorno approvato dal comitato direttivo a larga maggioranza (3 voti contrari), dà il via libera alla richiesta di un referendum abrogativo avanzata dalla Fiom a Fim, Uilm e Fiat.

 La scelta del Lingotto di uscire dal contratto, prosegue l'odg, "viola i principi di uguaglianza e di libertà sindacale stabiliti dalla nostra costituzione, dal nostro ordinamento legislativo, dai contratti nazionali e rappresenta per tutto il sindacato confederale un problema da risolvere perché mette in discussione i principi fondamentali su cui si è sempre basato il pluralismo sindacale ed è fuori dalle regole e in contrasto con l’accordo del 28 giugno".

 In questo senso, osserva il sindacato, "è urgente ripristinare il diritto dei lavoratori di essere rappresentati nei luoghi di lavoro dai sindacati a cui liberamente aderiscono. Per tutto ciò è importante che il governo chieda conto a Fiat e avvii un confronto serio sul piano industriale e sugli investimenti più volte annunciati". Allo stesso tempo, "confermando la scelta della Cgil sui temi della democrazia e rappresentanza", il direttivo chiede anche un confronto urgente per ripristinare lo spirito della regola originaria dell'art. 19 dello statuto dei lavoratori".

 Infine, l'ordine del giorno "impegna la segreteria della Cgil alla rapida attuazione degli impegni contenuti nell’accordo del 28 giugno sulla certificazione della rappresentanza" e le categorie "alla definizione di regole unitarie e condivise per la validazione democratica dei contratti collettivi nazionali di lavoro con la definizione di appositi intese e regolamenti".

 "La Fiom pretende di votare finché non vince". Così l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, a margine di un convegno di Automotive news. "La Fiom non ha gradito di essere stata lasciata fuori - ha osservato il manager italo-canadese - e ha annunciato una serie di iniziative come lo sciopero del prossimo febbraio. Non possono continuare a votare finché non vincono. Non ha senso. Così si perde tempo. Io ho negoziato con i sindacati e loro si sono rifiutati di partecipare. Un decisione è stata presa. questi sono i principi democratici e le regole che conosco. La maggioranza si è espressa a favore dell'accordo sul contratto, questo è tutto".


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