25 novembre, rafforzare lavoro di rete che ha visto nascere Agenda di genere in Puglia

Una riflessione della segretaria regionale Filomena Principale

25-11-2022 13:36:09

È ancora 25 novembre. Lo ricordiamo, con uno striscione dalla nostra sede regionale, affermando il NO deciso della CGIL Puglia alla violenza sulle donne. Un fenomeno sistemico che tocca tutti gli ambiti relazionali della vita delle donne, a qualsiasi età e in qualsiasi ambiente e condizione: da quello domestico alle strade e agli spazi civici; dai luoghi di lavoro, a quelli dello svago e del tempo libero. La violenza nasce e trova nutrimento, dalle asimmetrie nei rapporti di potere; pregiudizi e stereotipi sono il condimento che le permette di radicarsi in comportamenti tesi a escludere, ad affermare supremazia e discriminazione. Nei confronti delle donne ma anche dei minori, se pensiamo a quella violenza subdola, strisciante, non codificata nel vocabolario comune degli abusi di genere, rappresentata dalla PAS. I dati continuano ad essere drammatici, nonostante interventi legislativi tesi ad incrementare le pene e ad avviare percorsi rieducativi dei maltrattanti. Restano ancora scarse le risorse dedicate alle vittime, per poterle allontanare dalla violenza, sostenerle nella cura dei figli, offrire loro una prospettiva di autonomia che le faccia guardare ad un futuro lontano dalla paura. Lo scorso 14 settembre sono state approvate, dalla conferenza Stato/Regioni le intese sui requisiti minimi dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio (CAV e CR) e sui requisiti minimi dei Centri per Uomini Autori di Violenza (CUAV).

La CGIL, insieme alle reti dei Centri Antiviolenza presenti nell’Osservatorio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha espresso un giudizio positivo sulla revisione dell’intesa, perché ha accolto gran parte delle richieste, soprattutto rispetto alla volontà di non vedere affidati i bandi pubblici, ad associazioni senza esperienza nel campo del contrasto alla violenza, della mediazione familiare e del sostegno di coppia.  L’impossibilità però, di poter emendare il testo, ha impedito di specificare meglio che quell’esperienza sia relativa alla protezione delle donne e di eventuali minori perché, per come è scritta, anche i Centri per Uomini Maltrattanti potrebbero accedere ai bandi, con il rischio che possano in prospettiva, diventare Centri polifunzionali per autori e vittime, superando il servizio pubblico e i centri antiviolenza.       Questa riflessione evidenzia come il tema della violenza contro le donne, non vada affrontato come se fosse un’emergenza, ma serve un approccio a 360 gradi per estirpare un fenomeno che affonda le sue radici nella società patriarcale. Per fare questo bisogna puntare sull’istruzione, a partire dalle scuole primarie, occorre investire in formazione e bisogna offrire sostegno, anche economico, alle donne per farle uscire dal tunnel della violenza. Senza dimenticare i percorsi per recuperare gli uomini maltrattanti.

Serve inoltre lavorare anche, su modelli e iniziative che utilizzino un linguaggio ed una comunicazione identitaria dei differenti generi. Per riconoscere presenza, differenze, unicità e dare voce a tutte e tutti. In una regione come la Puglia, che si è dotata dell’Agenda di Genere, strumento di visione strategica per combattere la disuguaglianza e il divario di genere, la CGIL continuerà il percorso politico, sociale, culturale ed economico teso a sviluppare azioni di policy in grado di contrastare le discriminazioni ed accrescere il benessere di donne e uomini. Abbiamo voluto cominciare, proprio il 17 novembre scorso, un percorso di formazione rivolto a quadri e dirigenti sindacali, sul tema del divario e delle disuguaglianze, che raggiungerà le delegate e i delegati di posti di lavoro.

Sarà importante per questo, rafforzare ed implementare il lavoro di rete che ha visto nascere l’Agenda di genere, rafforzando il ruolo di coordinamento pubblico della Regione, affinché l’uguaglianza di genere sia l’espressione forte di valori e di giustizia sociale della terra di Puglia.

 


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