Bocciato raddoppio Lesina-Termoli, Cgil: Stato eserciti poteri sostitutivi

07-07-2020 08:09:27

Solo qualche giorno fa la Cgil Puglia, assieme alle categorie dei trasporti e delle costruzioni, ha chiesto alle istituzioni nazionali e locali un’accelerazione sui lavori cantierizzati e su quelli da cantierizzare che interessano l’infrastrutturazione di trasporto e logistica della nostra regione, che vive da sempre una penalizzazione nei collegamenti alle grandi reti di alta velocità lungo la dorsale adriatica e verso il versante tirrenico, rappresentata dalla strozzatura del binario unico. La risposta è il parere negativo circa la compatibilità ambientale della Commissione tecnica del Ministero dell’Ambiente. Ovvero i tempi per avere l’opera non potranno che allungarsi ancor più”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil pugliese, Pino Gesmundo, ricordando come “avevamo accolto positivamente la definizione del piano progettuale nonostante i dubbi legati alla scelta di non seguire il tracciato presente, optando per un’opera più complessa e che quindi avrebbe richiesto maggior tempo di realizzazione. La sostanza è che un intervento finanziato dal 2001 adesso riparte da zero”.

Un collo di bottiglia di 25 chilometri sulla linea ferroviaria adriatica, tra Termoli e Lesina, per il quale la Cgil – in assenza di accordo tra enti locali – aveva chiesto “che lo Stato esercitasse i poteri sostitutivi per un’opera definitiva strategica”. Tre le soluzioni studiate negli anni: potenziamento in affiancamento alla linea esistente, affiancamento al tratto dell’A14; attraversamento della vallata Biferno. “Si è scelta la terza opzione, anche sostenendo il maggior impatto ambientale delle altre due opzioni, e la conseguenza è che oggi ci ritroviamo con la bocciatura per compatibilità ambientale”, sottolinea Gesmundo.

“Il blocco di quell’opera impedisce la valorizzazione degli hub logistici e portuali della nostra regione, alle imprese di essere collegati a uno degli assi della Trans European Network-Transport che lungo la costa Adriatica si ferma ad Ancona, il raddoppio della programmazione dei treni, che col secondo binario passerebbero da 80 a 150 al giorno. Questo significa che in un anno si potrebbero togliere dalla strada, in particolare dall’A14, almeno 50 mila tir, riducendo le emissioni di gas nocivi e aumentando la sicurezza per tutti. Non vorremmo che si ricominci con le schermaglie amministrative tra regioni e tra regioni e comuni, quindi forse è davvero il caso che lo Stato non perda tempo e utilizzi i poteri sostitutivi. Nel frattempo chiediamo ai ministri della nostra regione, ai parlamentari e al presidente Emiliano di intervenire usando tutti gli strumenti politici e istituzionali a loro disposizione”, conclude il segretario della Cgil Puglia.


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