Infortuni sul lavoro, in Puglia 75 denunce al giorno. Bucci: aumentare controlli e stop a precariato e subappalti a cascata
 
            31-10-2025 16:14:33
“La lunga scia di infortuni sul lavoro, anche mortali, registrata in Puglia nelle ultime due settimane ripropone con puntuale drammaticità un tema che non trova nel Governo la giusta attenzione perché anche l’ultimo decreto ignora problemi strutturali sui quali occorrerebbe intervenire e che vengono puntualmente elusi”. È la denuncia della segretaria generale della Cgil pugliese, Gigia Bucci, all’indomani dei due gravi incidenti verificatesi nel barese e che si sommano alle morti dei giorni scorsi in provincia di Lecce, ad Andria e in provincia di Foggia.
“Da gennaio ad agosto 2025, ultimo dato Inail disponibile, le denunce presentate all’Inail nella nostra regione sono state 18.144, se ci mettiamo dentro anche i festivi significa 75 infortuni al giorno. Un dato che non segna alcuna inversione di tendenza rispetto al 2024. Sono stati invece 41 i decessi nello stesso periodo. Tutto questo non è accettabile, il diritto al lavoro il diritto al lavoro e la tutela di lavoratori e lavoratrici sono pilastri della nostra Costituzione. Il lavoro deve essere strumento di emancipazione e autonomia oltre che contributo personale alla società. Di lavoro si deve vivere dignitosamente e non morire”, afferma Bucci.
A oltre quindici anni dall’adozione di un impianto normativo avanzato sul piano della prevenzione e delle tutele della salute, gli obiettivi prefissati evidentemente non sono stati raggiunti, “occorre allora intervenire sui controlli, aumentando gli organici ispettivi, prevedendo norme più severe verso quelle imprese che dolosamente non applicano tutte le norme e in cui avvengono infortuni. Ma assieme agire in maniera sinergica sulla diffusione capillare di una cultura della sicurezza che deve puntare sulla formazione sia dei datori di lavoro che dei lavoratori e lavoratrici. Gli incidenti sono tali se episodici, qui invece c’è una casistica troppo vasta che spesso, purtroppo, chiama in causa il modello di fare impresa, la ricerca del profitto a qualunque costo, che mette in conto anche la possibilità di causare danni permanenti fisici e psicologici ai propri dipendenti, fino a mettere a rischio la loro stessa vita”.
In questo senso per la Cgil poco potrà modificare lo stato delle cose il Dl Sicurezza approvato dal Consiglio dei Ministri: “Non si cambia il modello di fare impresa se prima di tutto non si argina il lavoro precario, che è elemento di ricatto e pressione per l’aggiramento delle norme, se non si fermano i subappalti a cascata, uno degli ambiti in cui più sono frequenti gli infortuni, se non c’è controllo sull’efficacia della formazione che viene svolta. Grave che non si valuti l’istituzione - una proposta che arriva dal mondo del lavoro ma anche tanti giuristi - per l’istituzione di una procura nazionale del lavoro che interviene rispetto alle indagini sulle responsabilità, e non si prevede il patrocinio gratuito per le famiglie delle vittime, che si trovano sole ad affrontare procedure e indagini che durano anche anni”.
“La sicurezza e la tutela del lavoro – conclude la segretaria generale della Cgil Puglia – sono dentro i temi della nostra mobilitazione, e su questo rivendichiamo sia a livello nazionale che in sede regionale, più attenzioni, più risorse, un maggior coordinamento di tutti i soggetti adibiti ai controlli”.
 
                     
            