Centri diurni: i lavoratori sciolgono il presidio davanti alla Direzione generale Asl Lecce. Prorogate le collaborazioni per due mesi
20 -09-2011
Questa mattina, lunedì 19 settembre, i 23 lavoratori e lavoratrici dei Centri diurni del Dipartimento di Salute mentale della Asl di Lecce hanno deciso di sciogliere il presidio permanente presso la sede della Direzione generale Asl (in via Miglietta, 5) con cui i lavoratori, insieme alle famiglie degli utenti, protestavano da venerdì 16 contro la decisione dell’azienda sanitaria di Lecce di chiudere i Centri della provincia e di non rinnovare i contratti del personale.
La decisione di interrompere la protesta è conseguente alla comunicazione della Asl di prorogare di due mesi le collaborazioni del personale.
La CGIL, pur considerando quello ottenuto dai lavoratori e dalle famiglie degli utenti un risultato positivo, ha chiesto alla ASL la costituzione, nel più breve tempo possibile, di un tavolo tecnico per entrare nel merito della proposta di riprogrammazione dell’attività dei Centri e per valutare quale percorso scegliere per salvaguardare i posti di lavoro del personale.
Il 4 agosto scorso la Asl aveva deciso di chiudere, senza alcun preavviso, i Centri diurni della provincia di Lecce, interrompendo un fondamentale servizio di accoglienza e riabilitazione nei confronti di una categoria di utenza particolarmente debole, perché si tratta di persone con disabilità psichiche, le cui famiglie hanno bisogno di sostegno. Gli utenti sono stati privati di un servizio essenziale e sono ora rimasti a totale carico delle loro famiglie.
Licenziando 23 lavoratrici e lavoratori che per 20 anni hanno garantito funzionalità dei centri, gli utenti e le loro famiglie verrebbero abbandonati a stessi.
I lavoratori e la Cgil Lecce hanno chiesto che, nelle more della pur necessaria riorganizzazione di quelle strutture, fosse data immediata risposta ai disagi segnalati dalle famiglie e dagli utenti, riaprendo immediatamente i Centri, nonché che fosse data risposta alla legittima aspettativa dei lavoratori di vedersi riconosciuto un percorso professionale che fino ad ora, all’interno delle strutture, ha garantito un’elevata e riconosciuta qualità del servizio per decenni.