Cgil e Slc Puglia: connessione e formazione digitale sono nuovi diritti

Il webinar su reti e innovazione per sostenere sviluppo e occupazione promosso da Cgil e Slc Puglia con la presenza tra gli altri dell'amministratore delegato della Tim Gubitosi e del segretario generale Slc Solari

13-02-2021 14:11:50

  La drammatica emergenza sanitaria causata dall’epidemia da Covid-19 ha reso ancora più evidente il carattere essenziale delle infrastrutture di telecomunicazione per la nostra società. E proprio di “Reti e innovazione per sostenere sviluppo e buona occupazione” si è parlato nel webinar promosso questa mattina da Slc Cgil e Cgil Puglia, che ha visto tra i relatori l’Amministratore delegato e Direttore generale di Tim, Luigi Gubitosi; il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino; il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo; il segretario generale della Slc Cgil nazionale, Fabrizio Solari.   “Lavoratori, studenti, anziani, imprese, amministrazioni pubbliche hanno toccato con mano quanto sia indispensabile avere accesso ad infrastrutture di Rete con caratteristiche di qualità e capacità”, ha ricordato nella relazione introduttiva il segretario generale della Slc Cgil nazionale, Nicola Di Ceglie. “È necessario partire, tutti dal riconoscere il grande gap rappresentato dal ritardo digitale nel nostro Paese, per colmare il quale necessitano scelte coraggiose e innovative. I territori – e la Puglia ha tutte le carte in regola per poterlo fare - possono e devono svolgere un ruolo centrale nel ripensamento dei tessuti produttivi e le loro implicazioni sociali. Il Recovery Fund è la cornice dentro la quale dobbiamo provare a costruire questi percorsi, con la consapevolezza che si tratta di un’occasione senza precedenti, in cui vengono messe a disposizione del sistema Paese risorse in grado di consentirci di superare i divari di tipo nuovo - quello digitale e tecnologico – e quelli storici, della mai risolta questione meridionale”.

“La capacità di fare innovazione si basa sulle competenze, quindi centrale sarà la formazione delle persone, e in questo il Mezzogiorno e la Puglia possono costituire un bacino di talenti enorme”, ha affermato Cupertino. Per il Rettore del Politecnico “Va creato un sistema sinergico territoriale, serve attenzione della politica verso questi temi, uno stare assieme – anche insieme alle imprese – che può diventare fattore di attrazione anche per realtà come Tim. Alcuni discorsi li abbiamo già avviati, le prospettive perché vi sia terreno fertile per investimenti importanti sono concrete”.   Sulla centralità del capitale umano per tutto il settore IT è intervenuto anche Domenico Favuzzi, Amministratore delegato di Exprivia: “Connessione con centri di ricerche e formazione è fondamentale. La Puglia da diversi anni si colloca nel Mezzogiorno come regione guida, il settore IT è cresciuto molto anche grazie a storia ed esperienza del Politecnico, sono cresciute competenze e conoscenze. Siamo all’inizio di un periodo che ci auguriamo di grande spinta del Paese per un salto tecnologico, grazie ai fondi europei della prossima programmazione del Recovery. Dobbiamo saper cogliere opportunità”.   Da Gubitosi la notizia che la Puglia “sarà la prima regione ad aver chiuso il digital divide. Lo annunceremo a breve”. Un’attenzione per questo territorio “dove abbiamo 2000 dipendenti”, ricorda l’Ad di Tim, “che è massima. La Puglia avrà tutto il supporto digitale che la nostra azienda potrà garantire, in una regione che ha sempre dimostrato un’importante vitalità di imprese in campo digitale e tutt’oggi ha delle realtà locali che stanno crescendo”. Quanto alle infrastrutture digitali, per Gubitosi, “Non basta tuttavia averle, servono anche le competenze e le conoscenze per sapere sfruttare al meglio i servizi abilitati da queste infrastrutture. Per questo abbiamo lanciato il progetto Operazione Risorgimento Digitale, finalizzato a promuovere l’apprendimento diffuso di competenze digitali, affinché tutti siano in grado di usare strumenti digitali sempre più caratterizzanti la nostra vita”.

Infrastrutture però fondamentali per il presidente della Regione Puglia, “e lo abbiamo visto quanto per il lavoro, per l’apprendimento, per la telemedicina, in questo anno di emergenza”. Al Governo, per il Recovery, “abbiamo inviato delle schede dei progetti che sono in corso, ma non possiamo parlare di piano strategico”, ha ricordato Emiliano. “Siamo pronti a confrontarci con il prossimo esecutivo, siamo pronti al confronto con tutti purché si possa indirizzare e governare un futuro che comunque arriva e non deve trovarci impreparati. Serve costruire pensiero collettivo tenendo insieme la visione della politica, del sindacato, delle imprese”.   Maria Giorgia Vulcano, Responsabile del Dipartimento Politiche Giovanili della Cgil Puglia, ha sottolineato come nella regione vi sia “una bassa propensione da parte delle aziende a reinvestire gli utili per la ricerca e l’innovazione dei propri cicli produttivi, denunciata anche da Bankitalia negli ultimi anni. Questo rende scarsamente attrattiva per i neolaureati e le neolaureate l’opzione di restare sui nostri territori, in quanto, anche secondo i dati Bes per la Puglia, curati dalla Fondazione Maierotti, la loro prospettiva più rosea è quella di essere precari ad alta qualifica, a causa del mismatch delle competenze. Nella nostra regione in un anno solo 10 lavoratori precari su 100 vedono trasformarsi il proprio rapporto in un contratto stabile, al Nord sono il doppio, mentre, la percentuale dei giovani sovraistruiti rispetto alla propria mansione è del 25%”.   Formazione fondamentale in ogni caso “per evitare di rimanere fuori dai circuiti produttivi a causa dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico”, ha sottolineato il segretario della Cgil Puglia Gesmundo. Lo sforzo ora è quello di “utilizzare al meglio le risorse a disposizione, dare possibilità al Paese e alla regione di uscire dalla crisi meglio di come siamo entrati. Il tema è quello di scommettere in nuove tecnologie digitali cambiando l’organizzazione produttiva e di mercato delle aziende e il modo stesso di lavorare, quindi favorire lo sviluppo di nuove competenze e un tasso più alto di coinvolgimento e di partecipazione dei lavoratori nelle scelte aziendali e nei processi produttivi”. Ma nel mentre si reclamano “infrastrutture, reti, innovazione, compito imprescindibile del sindacato sarà quello di evitare che l’innovazione divida ancor più la nostra società tra giovani e anziani, tra occupati e chi è in cerca, tra chi ne è partecipe e chi ne è escluso, evitando polarizzazioni all’interno del mercato del lavoro e quindi marginalità”.   Nelle conclusioni il segretario generale della Slc Cgil, Fabrizio Solari, ha ricordato come “Essere esclusi da questa rivoluzione digitale - vale per un territorio come per le persone- significa perdere un pezzo di diritto di cittadinanza, come lo è quello all’istruzione e alla salute. Ma se è così non può essere lasciato tutto al mercato, la politica deve creare condizione per garantirlo questo diritto”. Ma se oggi tutto passa attraverso le reti, “dobbiamo ragionare in questi termini a partire dal fatto che la capacità dell’Italia di utilizzare al meglio queste tecnologie la pone al penultimo posto. Allora c’è un problema. Qualcuno ha frenato questo processo, è evidente. Telecom Italia era la terza compagnia al mondo, quella di oggi è altro. Orange e Deutsche Telecom sono in mano dello Stato, e stanno ragionando di alleanze contro i competitori mondiali. E vorrei che ci fosse anche l’Italia, altrimenti rischiamo di diventare solo un mercato, dove si vendono servizi e prodotti costruiti altrove”.


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