Cordoglio Cgil per morte di Paola Labriola. "Lavorare in sicurezza un diritto per tutti"

04 -09-2013

"Era persona e professionista straordinaria, encomiabile, valida, sensibile, fortemente motivata e dedita al delicato lavoro che, quotidianamente, svolgeva in condizioni di sicurezza pari a zero. Una tra le migliori, come tanti altri valorosi e spesso sconosciuti operatori che vivono costantemente a contatto con il disagio, la disperazione, le mille marginalità sociali che questo tempo, questa crisi epocale esasperano". E' il ricordo che fanno della dottoressa Paolo Labriola, la psichiatra uccisa questa mattina a Bari, in una nota congiunta la segretaria regionale della Cgil Puglia, Antonella Morga, e il segretario generale della Funzione Pubblica, Biagio d'Alberto. Assieme, un atto denuncia sulle condizioni cui sono costretti a lavorare tanti operatori.

 

Per i dirigenti della Cgil, Paola Labriola era "Rappresentante e servitore delle istituzioni, di quel servizio sanitario pubblico universale tanto vituperato e messo costantemente in attacco, ma ancora esempio di qualità e ritenuto tra i migliori al mondo. Paola era una professionista che, insieme a colleghi e collaboratori, ormai da tempo ed inascoltata, denunciava l’abbandono dei servizi pubblici, quelli del così rivendicato ed agognato territorio, quelli che maggiormente dovrebbero essere potenziati e più efficacemente organizzati e articolati".

 

Ricordano Morga e d'Alberto come "Testimoniava da tempo preoccupazione ed esasperazione per l’organizzazione del suo servizio, minato nelle risorse e nel personale, privo di guardiania, con presenze di operatori tutte al femminile e, spesso, in preda allo sconforto, minacciava e meditava il trasferimento in una altra struttura sanitaria, magari più tranquilla e non di 'frontiera', come quella del SIM n.6 della ASL di Bari"

 

Ora il suo delitto, il suo sacrificio non possono restare vani "e chi ha responsabilità, oltre al protagonista materiale del gesto scellerato, devono rispondere, dando conto del degrado in cui versano i delicati servizi che sul territorio si prendono in carico il disagio delle persone. Ci pare oltremodo indecoroso ed irrispettoso del sacrificio umano pagato dalla dottoressa Labriola che autorevoli responsabili delle istituzioni sanitarie pugliesi possano affermare che chi fa questo mestiere deve mettere in conto l’eventualità della morte".

 

"Noi pensiamo che lavorare in sicurezza e al meglio debba essere garanzia per chiunque, che mai la morte deve poter rappresentare evento nell’espletamento del proprio operato,specie se svolto in un servizio pubblico. Noi abbiamo rivendicato, alzato i toni ed il confronto sull’emergenza salute mentale in Puglia e siamo ancora in attesa di conoscere dall’Assessorato alla Salute la proposta di riorganizzazione dei servizi psichiatrici e della riabilitazione".

 

Il servizio pubblico "è e rimane per noi elemento essenziale e centrale dell’organizzazione della salute mentale pugliese e dal suo potenziamento,dalla sua riorganizzazione funzionale e strumentale passa la qualità della risposta e della presa in carico di una popolazione fragile e sempre più in preda a risposte d’abbandono. Per noi l’ingiusto ed intollerabile sacrificio pagato della dottoressa Paola Labriola rappresenterà impegno costante, sarà lavoro integerrimo per cambiare e rivoluzionare l’organizzazione della salute mentale pugliese. Lo dobbiamo a lei, a chi come lei e con lei ogni giorno sacrifica la propria vita per un ideale".

 

"Il nostro cordoglio - concludono Antonella Morga e Biagio d'Alberto - giunga al compagno, ai suoi figli, alla sua famiglia e ai tanti cari, amici e conoscenti, che oggi come noi la piangono".


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