Donne Fisac Puglia su chiusura scuole: nessun confronto, approccio unilaterale

"Chi sta valutando la ricaduta di questa decisione sulla gestione dei tempi di vita e di lavoro dei nuclei familiari?"

03-11-2020 14:06:20

La Puglia passa alla didattica a distanza in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado dal 30 ottobre al 24 novembre per tentare di contenere i contagi da Covid-19.

Da giorni la Cgil aveva chiesto al Governatore un confronto per affrontare le problematiche legate alla gestione dei servizi pubblici e alle misure di sostegno in una fase in cui il virus ha ripreso pesantemente a circolare.

Sospendere le attività didattiche: non è solo una scelta politica: è per noi un problema culturale!

Chi sta valutando la ricaduta di questa decisione sulla gestione dei tempi di vita e di lavoro dei nuclei familiari?

Non avrebbero dovuto contemporaneamente essere ampliati i provvedimenti di tutela della genitorialità, spingendo al riguardo specialmente le aziende private ad adottare provvedimenti straordinari?

Nel nostro settore, quello delle lavoratrici del settore finanziario, vogliamo fare emergere che le lavoratrici ed i lavoratori sono in allarme su più fronti: emergenze continue, paure, domanda di sicurezza a cui nessuno può dare risposte…carenza dei presidi…..ora per noi pugliesi anche aumentate difficoltà di conciliazione vita e lavoro ….doppia fatica ….

Chiediamo con forza alle aziende che, sempre esprimono grande attenzione mediatica verso i temi della inclusione, del supporto alla genitorialità, di dare questa volta una risposta rapida, mettendo a disposizione istituti concreti: sussidi,  permessi, aiuti alle famiglie, così da permettere ai lavoratori e alle lavoratrici in particolare di conciliare vita e lavoro.

Occorre attenzione ai territori, anche a quelli più periferici, attenzione alle peculiarità territoriali!

I lavoratori hanno oggi la percezione di una diversa tutela rispetto alla salute e sicurezza tra chi lavora nella rete commerciale e chi lavora nelle direzioni centrali che in molti casi è in smart-working da marzo scorso ininterrottamente. Alla stessa stregua oggi le lavoratrici e i lavoratori pugliesi si sentono meno tutelati dei colleghi che svolgono le stesse mansioni in altre regioni sentendosi discriminati.

Da marzo e durante il confinamento, nel nostro settore in breve tempo molte lavorazioni sono state spostate dalle direzioni centrali di banche e assicurazioni alle abitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici. C’era però la priorità di tenere aperte filiali bancarie e agenzie assicurative, in modo da garantire il servizio pubblico essenziale. Soltanto con gradualità, e grazie a diversi interventi sindacali, si è riusciti a ridurre la presenza delle persone nella rete commerciale, organizzando turnazioni tra colleghi e accessi contingentati su appuntamento per la clientela.

E’ stato reso inesigibile nel nostro settore, il diritto dei genitori di minori di 14 anni (e di chi assiste persone con disabilità) a svolgere la propria prestazione lavorativa in modalità agile fino alla fine dell’emergenza epidemiologica, così come è previsto dal Decreto Rilancio (DPCM n.34 del 19 maggio 2020).

I pochi accordi sottoscritti finora nel settore, in realtà, non hanno affrontato con decisione la questione, e si sono limitati a garantire un numero minimo di giorni di lavoro da casa (in Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena, solo uno a settimana), spingendo di fatto le lavoratrici verso altri strumenti più penalizzanti dal punto di vista economico.

Va riconosciuta la compatibilità del lavoro da casa con le mansioni tipiche del nostro settore, in modo da non rimettersi alle interpretazioni discrezionali e spesso restrittive dei singoli.

Proponiamo di valutare la possibilità di utilizzare i Fondi di settore per sopperire ai costi delle assenze determinate dalle responsabilità di cura.

La dedizione e lo spirito di sacrificio delle famiglie ha sopperito per lunghi mesi ai limiti di un’inadeguata e rigida cornice burocratica e di un atteggiamento restrittivo delle aziende private (bancarie e assicurative comprese), ma adesso è arrivato il momento di dare una risposta concreta a questo grido di aiuto.

In altri paesi europei si chiude tutto, per un mese, tranne la scuola. Anche in Italia molte regioni non chiudono completamente la scuola; la Puglia e la Campania decidono di andare contro le indicazioni del governo nazionale.

Sulla questione scuola, va tenuto presente che la decisione di non proseguire con la didattica in presenza andava presa anche cercando di ridurre le difficoltà già registrate a primavera con la DAD, sia a causa del diffuso digital divide che delle carenze di connessione delle famiglie.

È questo, tra l’altro, quello che noi denunciamo. È dannoso questo divario digitale esistente (in inglese digital divide) tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione (in particolare personal computer e Internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.

Questa nuova discriminazione, nell’accesso e nell’uso delle tecnologie, il “digital divide” ha tante forme. Tutte hanno il volto di un’esclusione dai benefici del progresso tecnologico e dell’innovazione con effetti negativi per chi la subisce. E lo è sempre di più man mano che il digitale assume un’importanza maggiore per la società, specialmente con la sua crescita conseguente alla pandemia.

Non lasciamoci travolgere da forme innovative di pregiudizio alle libertà e ai diritti di ognuno.

Qui entra l’impegno di noi donne Fisac-CGIL a pretendere oggi dalle nostre aziende di tener conto di quanto sta accadendo così velocemente, rafforzando da subito le misure di tutela alla genitorialità e di sostegno ai compiti di cura sempre più pesanti con l’epidemia incombente.

Perché la capacità di contrattare innovazione ed organizzazione del lavoro avrà importanti risvolti sul nostro primario obiettivo di non lasciare indietro nessuno!


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