Emergenza lavoro in Italia, oltre 9 milioni tra disoccupati, precari e scoraggiati

30 -10-2013

Sempre più emergenza lavoro. Nel primo semestre l'area della sofferenza occupazionale - che comprende disoccupati, scoraggiati e cassa integrazione - e quella del disagio occupazionale, cioè precari e part-time involontari, supera per la seconda volta consecutiva la soglia dei 9 milioni di persone. È quanto emerge dai nuovi dati diffusi oggi (29 ottobre) dall'Associazione Bruno Trentin. Nel dettaglio, l'area della sofferenza arriva a quota 4,8 milioni, con un incremento sul primo semestre dell'anno scorso di 522mila unità (+12%). L'area del disagio è a quota 4,2 milioni, +2,8% su base annua.

"Le due aree registrano una crescita costante in tutti i primi semestri degli ultimi sette anni e rispetto al 2007, dunque dall'inizio della crisi, "l'incremento è del 58,7% pari a circa 3 milioni 350mila persone". Così il presidente dell'Associazione, Fulvio Fammoni, illustrando i dati: "La crescita della disoccupazione conferma gli effetti più gravi sui giovani e sulle donne, ma si rileva anche il continuo aumento della disoccupazione di lunga durata (55% sul totale) e l'emergenza Mezzogiorno".

Quanto al titolo di studio, si rafforzano due tendenze: i problemi d'impiego legati al basso tasso di scolarità e quello della precarietà per i più formati. "I dati della rilevazione - conclude Fammoni - evidenziano in modo chiaro come la crisi e i mancati interventi per creare occupazione e sviluppo stiano continuando a provocare effetti devastanti sul lavoro, sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo'.

“Dati estremamente allarmanti e che riguardano soprattutto il tasso di crescente inattività, così come più in generale la mole di disoccupazione e, nello specifico, il dato sull'occupazione giovanile che è, nella sua criticità, la più grande cartina di tornasole per determinare se esiste e in che misura una 'ripresina'”. Così commenta il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino.

 

Nel dettaglio, osserva la dirigente sindacale, “lo studio dell'associazione propone una riflessione, nella definizione dell'area della sofferenza occupazionale, sul fatto che, oltre a politiche di sostegno alla domanda per creare nuova occupazione, bisogna qualificare anche l'occupazione che c'è (frammentaria, precaria, con bassi salari) e i soggetti coinvolti da ammortizzatori a cui bisogna guardare con politiche di reinserimento”. Inoltre, fa notare Sorrentino, “in un confronto che si è tenuto stamane al Cnel con il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell'Aringa, è stata ribadita la necessità di riformare i servizi per il lavoro, finanziare le politiche attive, in Italia al momento pari a 500 milioni mentre in Germania sono 8 miliardi, consolidare il sistema dell'apprendimento permanente".

"Se vogliamo far diminuire quest'area di oltre 9 milioni di persone individuate dallo studio della Trentin bisogna lavorare sia sulla disoccupazione con politiche attive che sull'occupazione migliorando la qualità degli impieghi. Se non ci sarà una svolta, a partire dalla prossima legge di stabilità, il rischio - conclude - è quello di vedere aumentare la platea di persone invischiate nell'area della sofferenza occupazionale di ben oltre i 9 milioni di soggetti”.

 

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