Emergenza occupazione, da Cgil appello a istituzioni. Forte: aziende chiudono, altri 15mila lavoratori a rischio

02 -02-2015

“Siamo in emergenza. Si susseguono in maniera incessante le crisi aziendali con gravi perdite di posti di lavoro. Alle Istituzioni diciamo: sveglia! Non si può rimanere fermi”. E’ quanto afferma in una nota il segretario generale della Cgil di Puglia, Gianni Forte. I dati indicano che la fase recessiva nella nostra regione non è superata, e intanto sui tavoli delle istituzioni aumentano le vertenze relative ad attività produttive e commerciali che chiudono, che si sommano a quelle storiche.

 “In Puglia la situazione si va aggravando e i numeri parlano chiaro- ricorda Gianni Forte -. Sono diminuite dell’1,3% nel secondo trimestre 2014, le imprese attive nella nostra regione, che rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente si attestano a 329 mila. Un calo riferito fondamentalmente alle piccole imprese e a quelle individuali, ma che coinvolge, in maniera sempre più estesa, anche le medio grandi”

 Ai noti problemi dell’ILVA di Taranto e del suo indotto - che coinvolge oltre 10.000 lavoratori – “si aggiungono nuove emergenze occupazionali: aumentano sempre più le imprese che dichiarano l’apertura dello stato di crisi o la cessazione delle attività produttive. E parliamo dei maggiori settori produttivi, da quello della meccanica come l’Ansaldo Caldaie, la Solage, la BFM che colpiscono oltre 540 unità lavorative; al settore chimico come la Sangalli e l’Ecoleader con una riduzione di circa 600 lavoratori. Stessa identica drammatica situazione colpisce il settore edile e del legno: Matarrese, Legno Arredo, Service Imballaggi, per un totale di circa 350 addetti”.

 Se la passa male anche il settore dei servizi e del Commercio: “Pensiamo alla crisi che sta colpendo Euronics, Auchan, Trony, Conad, Mercatone Uno, Coin, Fiera del Levante, per un totale di circa 400 unità lavorative ridotte. Si tratta di crisi che si aggiungono a quelle già esplose da tempo, quali l’OM, la Miroglio e interi settori come il calzaturiero e il mobile imbottito”, sottolinea il segretario generale della Cgil Puglia.

 La drammaticità delle situazioni elencate è racchiusa in questa cifra: 15 mila circa sono i lavoratori che rischiano di non avere più un’occupazione perché le aziende stanno chiudendo o stanno riducendo il personale.  Dato confermato dal tasso di occupazione della Puglia che nel secondo trimestre 2014 era pari al 41,3%. Questo valore conferma quanto siano stati nefasti gli effetti della crisi considerando che nel 2008 il tasso di occupazione  era del 46,7%. Quindi sono stati persi oltre 6 punti percentuale. Lo stesso raffronto vale anche per il numero degli occupati: nel 2008 erano oltre 1 milione e 287 mila. A distanza di sei anni, quindi nel 2014, gli occupati sono scesi a 1 milione e 146 mila. Altri 19 mila posti di lavoro sono stati persi tra luglio e settembre dello scorso anno.

 “Anche la riduzione dell’utilizzo della cassa integrazione guadagni ordinaria può essere interpretata come un ulteriore segnale di crisi che costringe le imprese a ricorrere direttamente alla riduzione di forza lavoro. Allo stesso modo va considerato il calo del ricorso agli ammortizzatori in deroga, la cui platea che fino a qualche anno fa raggiungeva le 40 mila unità si è ridotta drasticamente senza offrire possibilità occupazionali alternative. Su questo versante sarebbe necessario liberare ulteriori risorse per attivare i cantieri di cittadinanza”.

La stessa incertezza riferita al futuro dei 2.860 dipendenti delle Province, “ma ancor più al rischio di perdita di posto di lavoro per alcune migliaia di addetti delle aziende partecipate, contribuisce ad alimentare le difficoltà e il disagio. L’insieme di questi dati – denuncia Gianni Forte - ci mostra che i settori produttivi pugliesi sono deboli perché hanno perso competitività. Da un lato non c’è richiesta di prodotto e dall’altro il prodotto è scarsamente innovato perché a  basso contenuto tecnologico. I lavoratori impegnati quotidianamente in iniziative di lotta difficili davanti alle aziende e per strade non possono essere lasciati soli”.

Infine l’appello alla Regione Puglia: “Chiediamo al Presidente Vendola che si faccia carico della convocazione di un vertice che coinvolga oltre alle rappresentanze sociali anche i Parlamentari, al fine di individuare proposte e soluzioni atte a dare risposte alle crisi e a sostenere l’occupazione”.


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