Emergenza sicurezza sul lavoro, Cgil: più ispezioni e formare lavoratori
Nella Giornata mondiale per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro presentati i risultati del progetto di Inail e Inca “Salute e sicurezza in edilizia e agricoltura”.
04-05-2022 10:20:03
“L’impegno di rendere strutturale questo progetto, allargandolo a tutte le fasce dei lavoratori, è il modo in cui la Cgil Puglia intende dare senso alla Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che si celebra oggi. Vogliamo continuare a formare e informare, a dare il nostro contributo alle istituzioni affinché la terribile conta degli infortuni e delle morti sul lavoro possa finalmente finire. E vorremmo che l’Inail facesse parte anche dell’osservatorio che monitora quel che accade nell’alternanza scuola-lavoro, dove prima dell’anno della pandemia solo in Puglia si registravano mediamente 4500 denunce di infortuni da parte di studenti, che dovrebbero essere impegnati in formazione e non rischiare la vita o di subire traumi conseguenti a incidenti”.
È il commento del segretario generale Pino Gesmundo a margine dell’iniziativa promossa con la Direzione regionale dell’Inail e l’Inca – il patronato della Cgil – nel corso della quale sono stati illustrati i risultati del progetto “Salute e sicurezza in edilizia e agricoltura”, due dei settori più colpiti in una regione che nel 2021 ha registrato oltre 24mila infortuni sul lavoro di cui 96 mortali.
Il segretario generale della Flai Puglia, Antonio Gagliardi, ha ricordato come “nell’attività di sindacato di strada che conduciamo c’è assieme al tema dei diritti contrattuali quello della sicurezza, e riscontriamo quanta poca conoscenza e applicazione ci sia delle norme in un settore ancora caratterizzano da fenomeni di sfruttamento e cottimo. E spesso c’è l’ostacolo della lingua”. Per Ignazio Savino, segretario generale della Fillea Puglia, la categoria degli edili, “va assolutamente esteso il progetto a tutti i lavoratori, stranieri e italiani, perché siano loro i primi protagonisti della prevenzione nei cantieri e nei luoghi in cui prestato la propria attività”.
Salvatore Arnesano, coordinatore dell’Inca Cgil Puglia, ha voluto ringraziare il Direttore dell’Inail Puglia, Giuseppe Gigante, “così come tutti i professionisti dell’Istituto che hanno realizzato la formazione sui territori. Un’attività di collaborazione e sinergia che ha portato risultati importanti in termini di sicurezza intesa anche come cultura della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro. La collaborazione deve continuare e si deve rafforzare sempre di più per migliorare le condizioni di lavoro e ridurre i fattori di rischio nei luoghi di lavoro”. Oltre la fase di formazione nei confronti dei cosiddetti operatori di prossimità, il progetto ha previsto anche la stampa di guide multilingue in inglese, francese, rumeno, bulgaro e albanese – per il gran numero di lavoratori stranieri addetti nei due settori target dell’intervento –, oltre che assemblee sui luoghi di lavoro e un lavoro itinerante attraverso il camper multimediale che ha toccato aziende, cantieri e anche piazze di alcuni comuni. E per quanto l’attività ha dovuto fare i conti con le restrizioni connesse all’emergenza pandemica, “siamo riusciti a organizzare 277 assemblee: 128 nel settore agricolo e 99 nel settore edile, incrociando complessivamente 3.401 lavoratori”, dettaglia Arnesano.
“Abbiamo riscontrato ancora una volta un ritardo culturale in molti datori di lavoro – denuncia Gesmundo- che hanno manifestato contrarietà rispetto alla nostra azione e ai temi trattati. Quasi che la sicurezza e la salute dei propri dipendenti non rappresenti questione fondamentale. Così come abbiamo riscontrato molta più collaborazione e interesse nei lavoratori fuori dalle aziende, quasi ci fosse un timore a porre domande e questioni davanti ai datori di lavoro. Che denota un clima non certo favorevole ai temi della prevenzione e il ricatto che spesso subisce chi lavora, che deve scegliere tra reddito e rispetto delle norme. E infatti abbiamo riscontrato lo scarso utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Di certo la collaborazione con l’Inail ha rappresentato un viatico che ha facilitato i rapporti con le imprese e l’organizzazione delle assemblee”.
Da qui la necessità di rendere strutturali interventi congiunti, “perché il sindacato assieme alle istituzioni preposte possono costruire assieme percorsi di assunzione di responsabilità allargate. In questo senso va l’impegno nella cabina di regia predisposta dal Consiglio regionale, che si è impegnato a sostenere un aumento delle ispezioni degli Spesal. Bisogna tornare a investire sugli organismi ispettivi, assumere personale, ma prima ancora serve un cambio di passo culturale e vorremmo che in questo lavoro fossero impegnati con noi le associazioni datoriali. Finché si proverà fastidio anche solo se si parla del tema della sicurezza, finché qualcuno penserà che rappresenta un costo e non un modo per produrre meglio e salvaguardare la salute dei propri dipendenti, non riusciremo a invertire questa tendenza”.