Ilva, dati choc. Adesso un intervento straordinario
23 -10-2012
Il tasso di mortalità a Taranto è più alto dell'11% rispetto alla media della Regione Puglia, in particolare del 14% per gli uomini e dell'8% per le donne. E' quanto sostiene il rapporto diffuso oggi (22 ottobre) dal Progetto Sentieri dell'Istituto superiore della sanità, che analizza i dati sui siti inquinanti con riferimento al periodo 2003-2009. E' un altro tassello nel caso Ilva, dopo la definizione dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) da parte del ministero dell'Ambiente, che ha inviato all'azienda le prescrizioni per mantenere attivo lo stabilimento. Per la Cgil di Taranto la ricerca conferma dati già conosciuti, anche se dopo il 2010 le sostanze inquinanti sono diminuite. Il sindacato chiede un intervento straordinario del governo, indicando i prossimi passi per sbloccare la vertenza.Nel periodo 2003-2009 le patologie in gravidanza sono aumentate del 47%. Nei bambini sono cresciute le malattie e la mortalità nel primo anno di vita. Il rapporto indica l'Ilva come principale responsabile: "Lo stabilimento siderurgico, in particolare gli impianti altoforno, cokeria e agglomerazione, è il maggior emettitore nell'area per oltre il 99% del totale ed è quindi il potenziale responsabile degli effetti sanitari correlati al benzopirene", questo il passaggio."I residenti nei quartieri Tamburi, Borgo, Paolo VI e nel Comune di Statte mostrano una mortalità e morbosità più elevata rispetto alla popolazione di riferimento, in particolare per le malattie per le quali le esposizioni ambientali presenti nel sito possono costituire specifici fattori di rischio". Lo ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, presentando lo studio. "La ricerca purtroppo conferma numeri già conosciuti, rilevati qualche anno fa con la stessa metodologia". Questa l'opinione di Luigi D'Isabella, segretario della Camera del Lavoro di Taranto, interpellato da rassegna.it. "Era già noto che a Taranto l'incidenza di alcune patologie tumorali è maggiore rispetto alla media regionale". In realtà, però, i dati vanno letti con attenzione: "C'è stato un buon abbattimento della quantità di diossina, questo è un risultato importante. Inoltre la qualità dell'aria a Taranto non è estremamente peggiore delle altre città. Il problema è che nell'aria c'è un elemento che si chiama benzopirene".
La ricerca si ferma al 2010, ma nel periodo successivo c'è stato un graduale abbassamento anche di questa sostanza. "Ci risulta una diminuzione negli ultimi due anni - spiega il segretario -, anche per il 2012 il dato tendenziale segnala una discesa del benzopirene, quindi un miglioramento. C'è stato un abbattimento dovuto alle politiche messe in atto, ovviamente resta un problema e queste politiche sono da rafforzare".In tal senso "bisogna agire a più livelli: in primo luogo occorre intervenire con determinazione per abbassare le sostanze inquinanti. Le prescrizioni dell'Aia sono un passo avanti importante in questo processo, adesso l'azienda le deve applicare subito e in maniera integrale. L'altro elemento critico è l'inquinamento accumulato nella falda negli ultimi decenni, causato dalla presenza massiccia dell'industria sul territorio: qui va avviata un'opera di bonifica al più presto". Il decreto che ha stanziato le prime risorse "è un altro passo avanti, ma ancora insufficiente".Il sindacato chiede "un intervento straordinario" del governo sulla questione Ilva. Il ministero "deve intervenire con misure importanti di carattere sanitario: non solo il rilevamento epidemiologico e la prevenzione, ma anche rafforzare la rete di servizi e cura delle varie patologie sul territorio, a partire dalle criticità che riguardano i lavoratori esposti". La condizione degli addetti dell'Ilva "deve far parte del percorso di valutazione dell'Aia, occorre che periodicamente ci sia un controllo effettivo sull'azienda, con un sistema di monitoraggio dentro e fuori la fabbrica. Bisogna verificare l'esposizione dei lavoratori alle polveri sottili, l'eventuale abbattimento degli agenti inquinanti. Dobbiamo sapere precisamente qual è l'andamento delle patologie sulla popolazione, in particolare sulle fasce più esposte come lavoratori e bambini".C'è anche un altro problema, conclude Luigi D'Isabella. "A causa del piano di rientro della spesa sanitaria, il nostro territorio non può ottenere di più in termini di strutture e personale. Per questo per la zona di Taranto bisogna chiedere una deroga rispetto alla normativa attuale, bisogna sbloccare la possibilità di rafforzare i servizi".