Raddoppio ferroviario Lesina-Termoli: il 20 maggio riunione tra Cgil nazionale e quelle di Puglia, Molise, Abruzzo e Marche per sollecitare la rapida realizzazione degli interventi.

17 -05-2013

“È più che legittimo chiedersi come si possa classificare un’opera infrastrutturale ‘prioritaria’, e lasciar trascorrere decenni senza addivenire alla sua realizzazione”. Così, il segretario regionale Cgil Puglia Nicola Affatato, a proposito della paradossale situazione che riguarda il raddoppio della tratta Lesina- Termoli.

Lunedì 20 maggio riunione congiunta, presso la Cgil di Termoli, tra Cgil nazionale e le Confederazioni regionali di Puglia, Molise, Abruzzo, Marche e le rispettive categorie dell’edilizia e dei trasporti, per coordinare un percorso di mobilitazione a sostegno dello sblocco dei lavori per il raddoppio ferroviario sulla tratta Lesina-Termoli della linea Pescara–Bari, per superare lo scandaloso ritardo che si trascina da decenni con gravi ripercussioni sui collegamenti dell’intera Direttrice Adriatica.

Si tratta di un’opera più volte finanziata dal CIPE, inserita nella Legge Obiettivo, che è ritenuta strategica per potenziare e velocizzare il trasporto ferroviario sia  di passeggeri che di merci sulla dorsale Adriatica, per avvicinare il Sud al resto del Paese e l’Italia all’Europa. Il progetto infatti, è inserito tra gli interventi ritenuti prioritari dal Piano di Azione e Coesione e nel Contratto di Programma 2007 -2011 tra MIT e RFI, oltre che nelle opere programmatiche del Contratto di Programma.

La realizzazione del raddoppio della tratta Lesina-Termoli comporterebbe una serie di benefici immediati tanto sul fronte della qualità globale del servizio che su quello dell’abbattimento dei tempi di percorrenza e dei costi, così come evidenziato nella sezione “Risultati attesi” della relazione tecnica del Contratto Istituzionale di Sviluppo.

“Insomma –conclude Nicola Affatato- il raddoppio è riconosciuto come prioritario da anni, ciononostante i tempi di apertura dei cantieri e di realizzazione delle opere sono ancora del tutto incerti”. E stigmatizza gli effetti negativi che i ritardi hanno “sul sistema di intermodalità e di logistica a cui la Puglia sta lavorando per migliorare e velocizzare i servizi di trasporto persone e la logistica e il trasposto merci a sostegno del sistema produttivo che ne otterrebbe notevoli vantaggi competitivi, oltre che per gli effetti decongestionanti sul traffico e benefici per l’ambiente e la sicurezza”.

Per queste ragioni la Cgil nazionale, unitamente alle Confederazioni di Puglia, Molise, Abruzzo e Marche, decideranno le iniziative più opportune nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché di RFI e degli Enti Locali interessati, per sollecitare lo sblocco dei fondi e la rapida realizzazione degli interventi.

 


Condividi sul tuo social preferito