Rapporto Svimez, Gesmundo: Ripresa lenta, prevale lavoro povero in Puglia, giovani continuano ad emigrare

15 -11-2016

"Continua l'emigrazione dei giovani, il lavoro cresce ma prevale quello precario e non si arresta l'esplosione dei voucher, il pil aumenta ma in maniera inferiore rispetto alla media del Mezzogiorno ma siamo ben distanti dai dati pre crisi del 2007 dobbiamo recuperare almeno 10 punti percentuali. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto Svimez e che confermano le nostre preoccupazioni circa politiche inefficaci e sbagliate del governo. Al Sud, alla Puglia, servono investimenti pubblici nonché lavoro stabile e di qualità".   È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia commentando i dati sull'economia del Mezzogiorno. “Il PIL Pugliese nel 2015 cresce appena dello 0,2% rispetto al 2014 per un valore anche inferiore alla media del mezzogiorno che è stato dell’1%. Ma questo è solo un fattore di contesto che deriva anche dal diverso utilizzo delle risorse comunitarie  che nelle altre regioni del mezzogiorno sono state concentrate nell’ultimo anno, mentre la Puglia le ha  distribuite lungo l’arco della programmazione”.   Non si ferma il flusso migratorio “e si riduce la popolazione residente, con la fuoriuscita principalmente di giovani ed in particolare di giovani scolarizzati. Per queste ragioni cresce in Puglia il PIL pro-capite dello 0,4%. La Crescita dell’occupazione del 2,4% è essenzialmente occupazione precaria ed in particolare legata all’utilizzo dei voucher  che in Puglia raggiunge dati impressionanti. Oltre 4 milioni di voucher ad oggi venduti nel 2016. Aumenta di poco, inoltre il lavoro a tempo determinato”.   Resta molto basso il tasso di occupazione pari al 43,3%: “Sono oltre 338 mila i giovani in età compresa tra i 15 e i 34 anni che non lavorano e non studiano cosi come sono oltre 15 mila i  residenti in Puglia e che lavorano al centro nord o all’estero – sottolinea Gesmundo -. Sono invece oltre i 32 mila i laureati che emigrano”.   Cresce inevitabilmente il rischio povertà “e sono il 27% le famiglie che appartengono al quinto di reddito più povero. Anche se dopo sette anni di crisi ininterrotta l’economia delle regioni meridionali ha iniziato la ripresa, sebbene in ritardo non solo rispetto al resto dell’Europa ma anche del resto del Paese aumentando il divario tra Nord e Sud”.     Crescono gli investimenti “ma molto timidamente, dello 0,8 per cento  – afferma il segretario generale della Cgil pugliese -. Ma  vi è da considerare che nel periodo 2008-2014 gli investimenti fissi lordi erano diminuiti cumulativamente del 41,45%, circa 15 punti percentuali superiori al centro nord. Un quadro complessivo che ci dice delle difficoltà che vivono famiglie, lavoratori e imprese e dispetto dell'ottimismo del Governo circa la fuoriuscita dalla fase recessiva. Serve una maggiore attenzione al Sud – conclude Gesmundo – soprattutto in Puglia è fondamentale che Regione e Comuni utilizzino al meglio le risorse comunitarie per creare condizioni di crescita dell'occupazione attraverso vere politiche di sviluppo del territorio. Sviluppo che riguarda un intero ventaglio di interventi e che interroga la responsabilità e le capacita della classe dirigente tutta di farsi carico di un progetto complessivo di rinascita della nostra Regione. E poi c'è l’Ilva che superato il suo carico di problemi può tornare a rappresentare un vero e straordinario volano di sviluppo per l Puglia, capace di modificarne significativamente i dati economici".   Il  "Piano del lavoro" dalla CGIL Nazionale, “quelli elaborati in ogni provincia della nostra regione, il piano straordinario per l'occupazione giovanile e femminile cui ha lavorato la nostra organizzazione, possono rappresentare una importante traccia per invertire e migliorare le scelte politiche ed economiche che ad oggi si sono dimostrate  sbagliate ed insufficienti alla realizzazione di un vero rilancio dei territori del Mezzogiorno e della nostra regione”.  

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