Sciopero 12 dicembre ਠsolo l'inizio. Forte: Governo accolga grido di sofferenza dei lavoratori

18 -12-2014

“É stata una grande giornata, perché si è dato voce al disagio sempre più dilagante di una Puglia e di un Mezzogiorno che soffre, a cui vengono sottratte importanti risorse come i 3 miliardi e mezzo che nella legge di stabilità vengono tolti alle regioni dell'obiettivo 1 e destinati all'incentivo per l'occupazione per tutto il Paese, con dubbi risultati. Soldi che invece consentirebbero al sud di colmare il divario con il nord e produrrebbero occupazione. Invece si avverte una forte insofferenza legata a una idea di sviluppo basata sull'abbassamento dei diritti delle persone che vivono difficoltà ancora più amplificate nella nostra regione dove prevale lo scambio fra diritti e lavoro. Il governo non può ignorare i lavoratori e le loro richieste pertanto deve raccogliere questo grido di sofferenza e disagio e tornare a dialogare con il sindacato”. Così il segretario generale della Cgil Puglia, Gianni Forte, a commento delle manifestazioni indette nella regione per lo sciopero generale del 12 dicembre proclamato da Cgil e Uil contro i provvedimenti sul lavoro e in materia economica del Governo Renzi.

 

Manifestazioni a Bari, Taranto, Foggia, Lecce, Canosa, con migliaia di persone – lavoratori, disoccupati, pensionati, giovani – in piazza. Altissime le adesioni allo sciopero nei luoghi di lavoro, con una media nazionale che ha sfiorato il 60% e che ha fatto dire alla segreteria nazionale della Cgil che il 12 dicembre è davvero solo un inizio. “Tutte le volte che ci mobilitiamo negli ultimi tempi, i lavoratori ci costringono a rispondere che non ci aspettavamo così tanta gente in piazza”, come è accaduto il 25 ottobre a San Giovanni, e adesioni così alte, afferma Nibo Baseotto.” Evidentemente - osserva l'esponente della Cgil - c'è una voglia di cambiamento, di avere risposte e di essere ascoltati che travalica i confini tradizionali della rappresentanza sindacale e incrocia altri strati della società. Questo non è solo motivo di soddisfazione per noi, ma uno stimolo a cambiare e ad essere più capaci di innovare”.

 

Quanto ai rapporti con la Cisl, “lavoriamo per recuperali, mi auguro sia così”, aggiunge Baseotto: “Si deve uscire dagli stereotipi del passato, non ha senso dire 'non partecipiamo se si decide senza di noi'. Si decide in ragione dei fatti, della crisi, delle scelte del governo e della politica economica, il problema non è chi decide per primo”.


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