Sciopero generale per cambiare la Legge di Stabilità, nei territori si organizza la mobilitazione

05 -11-2013

Si va completando il calendario di iniziative in programma in tutta Italia per lo sciopero proclamato da Cgil, Cisl e Uil per il mese di novembre. Una mobilitazione che - come spiegano i sindacati - punta a cambiare profondamente il segno della legge di Stabilità varata dal governo. Diminuire le tasse, rivalutare le pensioni, tagliare sprechi e costi della politica sono alcune delle richieste contenute nella piattaforma posta alla base della protesta che, come detto, sarà articolata nelle varie regioni e concentrata intorno alla metà di novembre (tra l'11 e il 15 soprattutto). Il quadro della mobilitazione, si diceva, è ancora in via di definizione, ma comincia ad essere piuttosto consistente. In tutte le regioni i lavoratori si fermeranno per 4 ore, fatta eccezione per il Friuli Venezia Giulia e per l'Umbria, dove la fermata sarà di 8 ore, in entrambi i casi fissata per il 15 novembre. Stessa data per Campania e Puglia, così come per PadovaVenezia, ParmaTorino e Milano. Mentre a Firenze e Livorno la data scelta è quella del 13 novembre, la stessa scelta dal Lazio, con manifestazioni in ogni provincia. Per un quadro più dettagliato delle varie iniziative si può consultare questa scheda sul sito della Cgil.

Intanto, le ragioni dello sciopero si vanno allargando. "La riduzione per le imprese dei premi Inail per un valore pari a 1 miliardo per il 2014 prevista dalla legge di stabilità non può trovare condivisione nel modo in cui è proposta", affermano oggi (4 novembre) in una nota i tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Fabrizio Solari, Luigi Sbarra e Paolo Carcassi.

 

 

 

 

I sindacalisti chiedono di "non subordinare tali interventi a criteri dirimenti di selezione, a partire dagli indici di rischiosità, che devono non solo tenere conto degli infortuni e malattie professionali, ma anche degli indici di frequenza e delle problematicità di genere, determina il rischio di una concreta riduzione della tutela della salute e sicurezza sul lavoro". Insomma, la legge di stabilità continua a produrre perplessità e proteste.Tanto che anche dal Pd arriva un chiaro invito a rivederla e modificarla. “La manovra è da cambiare, occorre fare delle scelte”, ha dichiarato alla Stampa il segretario Guglielmo Epifani, chiedendo “più investimenti e più giustizia sociale”. Per trovare i soldi, il Pd è favorevole alla “Google tax” e non avrebbe obiezioni “ad aumentare l'aliquota applicata alle cosiddette rendite finanziarie”. Ma dal governo arriva di nuovo la stessa risposta: la legge di stabilità “può essere cambiata senza toccare i saldi complessivi”, ribadisce il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, precisando che “se si riuscirà a farla ancora più espansiva non sarà certo il governo che si opporrà”. Fermo restando l'impianto - ha spiegato il ministro - “è possibile modulare gli sgravi alle famiglie, alle imprese, aumentare gli investimenti e i tagli alla spesa pubblica”.

 

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