Scomparsa Baldina Di Vittorio, il ricordo del segretario regionale Nicola Affatato

05 -01-2015

La scomparsa di Baldina Di Vittorio ci riempie di commozione e di grande tristezza. Con lei viene a mancare non solo la figlia del grande sindacalista della CGIL, ma la protagonista di un impegno di militanza politica svolto anche in qualità di parlamentare del PCI in anni difficili per il nostro Paese.

 

E chi come me ha avuto la possibilità di conoscerla meglio, ne ha sicuramente apprezzato la straordinaria umanità e sensibilità nei confronti di tutti i temi e le questioni sociali in cui i diritti dei più deboli si contrapponevano alla prepotenza dei più forti.

 

Una conoscenza da parte mia iniziata da oltre un decennio, nel2002, inoccasione del Centenario della Camera del Lavoro di Foggia e proseguita nel tempo con l’organizzazione delle tante e  belle iniziative rievocative dell’opera svolta da Giuseppe Di Vittorio.

 

Iniziative che hanno avuto sempre lo scopo non solo celebrativo ma di riaffermazione di valori di grande attualità rivendicati dalla CGIL di Di Vittorio e difesi dalla CGIL di oggi, come l’uguaglianza sociale, la democrazia, il lavoro.

 

Una conoscenza proseguita con un programma molto fitto di iniziative svolte in Puglia in collaborazione conla CGILregionale e con tutte le Camere del Lavoro, che ha lasciato un ricordo indelebile nelle compagne e nei compagni. Una conoscenza che all’inizio ha dovuto scontare l’innata ritrosia di Baldina “all’apparire”.

 

Fino a convincerla a dare vita all’Associazione Casa Di Vittorio, da lei presieduta con competenza, passione e con il consueto rigore, con il contributo di sua figlia Silvia e di compagne e compagni, insieme ai quali anch’io ho condiviso l’impegno a mantenere viva la memoria e la storia scritta dalla CGIL di Di Vittorio che è parte importante della storia d’Italia.

 

Una collaborazione che mi ha consentito di incontrarla più volte, di interloquire con lei, soprattutto di ascoltarne i racconti, spesso inediti, anche prima e dopo le iniziative, nelle ore trascorse nei preparativi, nei viaggi per gli spostamenti e nei suoi soggiorni in Puglia.

 

Sono tanti i frammenti di “storia non scritta” che con grande lucidità mi ha regalato: la sua dolorosa deportazione da parte dei nazisti nel campo di concentramento; la descrizione del Piano del Lavoro fattale da suo padre, dopo cena e con la tavola ancora imbandita; la profonda sofferenza di Giuseppe Di Vittorio per l’isolamento subito all’interno del PCI a seguito della giusta condanna da parte della CGIL dell’invasione militare dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica nel ’56, e tanti altri. Ma ricordo anche altre piacevoli conversazioni su vari argomenti e la condivisione di passioni come quella per i dipinti dei pittori impressionisti.

 

Tutto questo e tanto altro il mio ricordo affettuoso di Baldina. Una ricchezza che custodirò gelosamente nel tempo.

 

Nicola Affatato


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