Tagli ai Patronati, nel 2013 in Puglia 550 mila persone hanno usufruito di tutele

13 -11-2014

“I tagli alle risorse dei patronati, messi nero su bianco nella Legge di Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini, ai quali non saranno più offerti i servizi gratuiti proposti finora, mettendo in ginocchio il sistema degli uffici di assistenza sociale che comporterà la chiusura di sportelli al pubblico ed il licenziamento di centinaia di lavoratori solo in Puglia”. Così i responsabili regionali di Acli, Inas, Inca, Ital – Ernesto Cipriani, Giovanni Quagliarella, Michele Tassiello, Leopoldo Saracino – uniti sotto la sigla Ce-Pa (Centro Patronati d’Italia) lanciano la mobilitazione a difesa dei patronati pugliesi perché “se venissero confermati i tagli annunciati – sottolineano all’unisono – gli istituti che rappresentiamo e che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più assicurare i servizi di intermediazione gratuita al cittadino che gli enti statali non garantiscono più”.

 

I tagli in questione, effettuati sul Fondo Patronati che ammonta a circa 430 milioni di euro, sono derivanti interamente dal contributo dello 0,226% sui salari di 21 milioni di lavoratori. “Una scelta scellerata e uno scippo che si ripercuoterà sui disoccupati, i pensionati, gli stessi lavoratori e i cittadini stranieri – osservano Cipriano, Quagliarella, Tassiello, Saracino – che si troveranno a pagare un servizio fino ad oggi gratuito con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. Sarà cancellata ogni uguaglianza di accesso ai diritti fondamentali del cittadino che gli enti istituzionali come Inps, Inail e Questure, non sono in grado di gestire in proprio”.

 

Per avere il quadro del vulnus che si creerebbe in caso non si modificasse l’articolato della Legge di Stabilità in materia, nel solo 2013 in Puglia i patronati Ce-Pa hanno accolto 548.691 richieste di cittadini, non solo pugliesi, di apertura di pratiche di consulenza – e il numero sale se si considera l'attività svolta dagli altri raggruppamenti – relative a posizioni pensionistiche, disoccupazione, malattie professionali, congedi, richieste di ammortizzatori sociali e permessi di soggiorno, chiudendone 544.460. Circa 10 mila, poi, riguardano fascicoli attinenti cittadini immigrati. Per svolgere lo stesso lavoro, la Pubblica Amministrazione dovrebbe aprire e gestire, a livello nazionale, circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000 persone, con un costo complessivo non sostenibile. “Invece – sostengono i responsabili dei patronati pugliesi – ci troviamo a programmare la chiusura di parte dei 200 uffici del Ce-Pa in Puglia, e il licenziamento dei nostri dipendenti, non perché manca il lavoro ma perché soffocati da tagli ingiustificati vista la mole di pratiche che nell’ultimi anni sono quasi raddoppiate rispetto al 2011”.

 

Secondo il Centro Patronati regionale sarebbe a rischio il 70% dell’organico in Puglia, circa 300 persone, che fino ad oggi hanno assicurato la consulenza ai cittadini. Per contrastare questa misura che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese, i patronati d’Italia – Acli, Inas, Inca e Ital – avvieranno una mobilitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l’importanza di una modifica immediata della proposta contenuta nella Legge di Stabilità. In Puglia già il 29 ottobre è partita la petizione ‘No ai tagli ai patronati’ per raccogliere le firme dei cittadini, mentre il 6 novembre è previsto l’incontro dei responsabili territoriali del Ce-Pa regionale per la organizzazione dei presìdi davanti alle sedi Inps, Inail e Prefetture. Invece il 15 novembre si terrà la Giornata nazionale delle Tutele con manifestazioni territoriali finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi conseguenti alla consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati, dei disoccupati, dei cittadini stranieri, degli italiani all’estero e delle famiglie. Intanto, già da settimane, è partita la campagna social dei patronati su twitter con hashtag #patronatoè #xidiritti, e l’account @tituteliamo.


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