Emigrazione giovanile, allarme Cgil: dalla Puglia via 20mila under 30 in dieci anni

24-08-2017 08:28:45

“Ci affanniamo a discutere, polemizziamo, ci scontriamo con punti di vista a volte divergenti su tempi e politiche da mettere in campo per lo sviluppo della nostra regione. Ma mentre tutto questo avviene il rischio sempre più forte è che perdiamo il soggetto principale del nostro agire, i giovani. I dati elaborati dall’Istat sono spaventosi. L’emigrazione giovanile rischia di portare a una desertificazione sociale che condannerebbe definitivamente questa regione, e la riflessione vale per l’intero Mezzogiorno. Se non si agisce in fretta, con investimenti pubblici, se non si torna indietro da una strada che attacca il lavoro e i diritti, se non si moltiplicano le iniziative di sostegno all’occupazione giovanile, gli effetti dell’estrema precarizzazione saranno questi”. E’ quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, a proposito del dato dei ventimila ventenni emigrati dalle città pugliesi dal 2008 a oggi.

“Numeri già gravi anche se parziali perché riguardano la fascia di età che va dai 18 ai 30 anni e soltanto le prime cinquanta città italiane”, spiega Gesmundo. Dove in questa speciale graduatoria troviamo tredici città pugliesi se si analizza il dato percentuale, con Molfetta, Modugno, San Severo, Martina Franca, Brindisi, Foggia e Manfredonia che perdono dal 14 al 10 per cento della loro popolazione under 30. Sono tredici invece se si guarda ai valori assoluti, con Taranto terza che ha visto emigrare 3.643 giovani, Bari sesta con 2.971 e Foggia nona con 2.599.

Per cosa vanno via questi ragazzi lo sappiamo bene. In primis per università di altre regioni che magari per investimenti, servizi e possibilità di lavoro offrono più garanzie. Chi studia nelle nostre università va via per le  scarse opportunità di valorizzazione dei propri percorsi di formazione. Si scappa poi dal poco lavoro che quando c’è è precario, insicuro, non permette di costruire progetti di vita. E quasi sempre presenta zone di grigio, con sottosalario e mancato rispetto di orari e diritti, se non proprio in nero. Dati che dovrebbero allarmare il Governo nazionale, i nostri rappresentanti istituzionali, le controparti sociali. Perché insistere sull’attacco ai diritti, pensare che rendere più deboli i lavoratori avrebbe spinto le imprese a investimenti, ad assumere, sono ricette che si sono rivelate fallimentari. Potrà aumentare di un punto percentuale l’occupazione, ma mentre perdiamo lavoro stabile guadagniamo stagionali, interinali, precari. E non sarà questo a frenare l’emigrazione giovanile, anzi la incentiva. Non sarà questo a garantire la ripresa economica o dei consumi, perché si è all’assurdo che è povero anche chi lavora”, commenta il segretario della Cgil pugliese.

“Insistiamo nel chiedere investimenti che favoriscano la qualità del lavoro, che garantiscano nuova occupazione. Occorre mettere sempre più in connessione percorsi di specializzazione con quelle figure innovative che le aziende richiedono al mercato del lavoro. Fino ad oggi la massa di finanziamenti pubblici è servita alle imprese più per tenere nella fase di crisi che per estendere attività. Ma che futuro possono avere queste stesse aziende senza i giovani? Senza rafforzare la capacità di consumo della popolazione? Eppure ancora vediamo proposte di rinnovi di contratto di settore al ribasso, di salari decurtati, di ulteriore flessibilità che si traduce in precarietà. Il tema dei giovani deve essere centrale, per la Cgil e per la Cgil Puglia lo è, e a settembre partiremo con una campagna di informazione affinché chi svolge lavoro subordinato, parasubordinato o celato da collaborazione sia in grado di conoscere i propri diritti, affrancarsi da sfruttamento e violazioni. Uno su tutti, un tema rimosso, è quello relativo al diritto alla pensione: se i contributi dei nuovi lavori ultra precari rimarranno a questi livelli, non solo i giovani non avranno garantito alcun sostegno in vecchiaia ma si rischia di far saltare la cassa previdenziale per chi il diritto all’assegno pensionistico l’ha già maturato”.

Senza un radicale mutamento delle politiche sul lavoro, avverte la Cgil, “rischiamo di mandare verso il default del paese. Noi non siamo mai stati in silenzio rispetto a questi rischi e impediremo che si possa procedere ancora su una strada rovinosa. La battaglia per un nuovo statuto dei lavoratori, la proposta di un piano per il lavoro, le proposte per il Mezzogiorno della Cgil nazionale e la piattaforma regionale da noi elaborata sono gli strumenti che proponiamo per un confronto concreto. Cominceremo a discuterne da Lecce, dalle Giornate del Lavoro, dove grande attenzione e iniziative saranno dedicate proprio al Mezzogiorno e ai giovani”.

Infine l’appello alla Regione Puglia. “Nell’assegnazione dei fondi strutturali la Regione, grazie anche all’indirizzo voluto dal partenariato sociale, ha orientato i finanziamenti verso l’innovazione e la creazione di occupazione. E’ un buon segnale così come sta producendo risultati l’iniziativa PIN dell’assessorato alle Politiche Giovanili. Crediamo sia necessario un tavolo interassessoriale che assieme alle parti sociali affronti la drammatica emergenza giovanile e la necessità di utilizzare tutti gli strumenti possibili per creare occupazione stabile e di qualità. Sia guardando alle politiche industriali, che a quelle formative o alle occasioni di autoimprenditorialità. Tutto per restituire una speranza, una prospettiva ai nostri giovani – conclude Gesmundo - provando a frenare questo non sostenibile flusso migratorio verso altre regioni o paesi europei”.

 

Città pugliesi tra le prime 50 per valore percentuale > perdita di giovani 18-30 anni dal 2008

Molfetta 14,36%

Modugno 13,36%

San Severo 12,61%

Martina Franca 11,36%

Taranto 11,29%

Brindisi 10,98%

Foggia 10,46%

Manfredonia 10,43%

Trani 9,91%

Bitonto 9,18%

Andria 7,86%

Barletta 7,4%

Bari 6,23%

 

Città pugliesi tra le prime 50 per valori assoluti > perdita di giovani 18-30 anni dal 2008

Taranto 3.634

Bari 2.971

Foggia 2.599

Brindisi 1.584

Molfetta 1.450

Andria 1.414

San Severo 1.246

Barletta 1.206

Manfredonia 1.051

Bitonto 959

Trani 950

Martina Franca 950


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