Legge speciale per Taranto, CGIL: basta scontri istituzionali, coordinare visione e interventi per vero sviluppo territorio

08 -08-2016

Da una parte il Contratto Istituzionale di sviluppo voluto dal Governo, dall'altra la nuova legge per Taranto, proposta con la quale la Regione Puglia intende individuare "strumenti straordinari" per la promozione dello sviluppo del capoluogo ionico. Quanta attenzione per Taranto! Quante opportunità! Verrebbe da dire. Peccato che invece Taranto, ancora una volta, rischia di essere il teatro in cui si celebra l'eterno conflitto fra il governo regionale e quello nazionale. Anzi, sarebbe meglio dire fra il governatore della Puglia Michele Emiliano e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

E’ quanto affermano in una nota unitaria i segretari generali di Cgil Puglia e Camera del Lavoro di Taranto, Pino Gesmundo e Giuseppe Massafra, a proposito della proposta del presidente Emiliano di una “legge speciale” per superare a sostegno dello sviluppo della città dei due mari.

Per la Cgil “lo scontro istituzionale va a discapito ovviamente del territorio, che non solo non coglierebbe alcuna delle opportunità offerte dagli strumenti di programmazione che appartengono a due visioni dello sviluppo profondamente diverse, ma rischia di acuire le fratture di una società sempre più disorientata che, in questo scenario, finisce per allontanarsi irrimediabilmente dalle istituzioni”.

“In questo contesto – sottolineano Gesmundo e Massafra - anche quegli strumenti che invocano la partecipazione dal basso diventano una spada di cartone con cui brandire il concetto di democrazia. In un clima di sfiducia generale, tutto ciò appare come la scelta da parte delle istituzioni di non assumersi la responsabilità di indicare una direzione chiara verso la quale procedere o peggio, il tentativo di far passare come democratiche e partecipate quelle scelte condizionate da gruppi più o meno organizzati che si fanno passare come rappresentativi della società”.

In questo caso, l'attività istituzionale – sostiene la Cgil - si limiterebbe ad "organizzare i gruppi, costruendo e alimentando una legittimazione funzionale che verrebbe fatta passare come popolare, ma che concretamente si riduce ad attività lobbistica. Il concetto di rappresentanza continua ad essere progressivamente svilito in nome di un rapporto diretto fra le istituzioni e la società. Un rapporto che può avere alcuni immediati vantaggi elettoralistici, ma che non può certo determinare scelte utili a costruire una prospettiva a lungo termine”.

“Allora diciamocelo chiaro – concludono Cgil Puglia e Camera del Lavoro di Taranto -. Oggi l'impressione è che non si stia guardando al futuro di Taranto, non quello che caratterizzerà le prossime generazioni, ma che si stia preparando una dura e lunga campagna elettorale. Ma dopo?”.


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