Stop caporalato, Gesmundo: Basta fondi pubblici a imprese agricole che sfruttano il lavoro

25 -06-2016

La Cgil Puglia rivolge un appello a tutti i cittadini affinché partecipino alla manifestazione dei lavoratori agricoli indetta a Bari da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil nazionali per il 25 giugno, sul tema “Stop caporalato. Legalità e contratti per un lavoro di qualità”.

“E’ stata scelta la nostra regione – commenta Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil pugliese – perché qui i fenomeni di sfruttamento, lavoro nero, riduzione in schiavitù sono emersi in tutta la loro disumanità e ingiustizia. Quello agricolo è un settore che qui sviluppa oltre 2 miliardi di prodotto interno lordo, che gode di miliardi di euro di sovvenzionamento pubblico. Eppure una larga fetta di questo mondo crede ancora di poter competere comprimendo lavoro, diritti, salari. Quando la nostra forza dovrebbe essere nella qualità delle produzioni, nei marchi, nel legare la vastissima produzione agroalimentare, vinicola e olearia al brand della Puglia, una regione dalla forte attrattività turistica”.

“La produzione di norme e protocolli per contrastare il caporalato e il lavoro nero devono vedere ancora la loro piena attuazione. Come Cgil – aggiunge Gesmundo – siamo convinti che se non si interviene su alcuni snodi sarà difficile debellare il fenomeno dello sfruttamento. In primis occorre ripristinare un collocamento pubblico che funzioni, per togliere alle imprese ogni alibi sull’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Assieme, procedere a screening meticolosi nella selezione delle aziende che accedono ai fondi comunitari: non è pensabile che chi evade i contratti, non rispetta le leggi, debba anche essere premiato con finanziamenti pubblici. Per far questo serve un forte coordinamento tra istituti previdenziali, organismi di polizia, uffici della Regione. Richieste e argomenti reiterati negli anni e che non trovano risposte”. Un sistema di verifiche che se attuato “andrebbe a integrare il numero di ispezioni che annualmente - a causa della scarsità di risorse e personale - raggiunge una percentuale minima rispetto al numero di imprese operanti sul territorio. Quando le prime ad essere controllate dovrebbero essere proprio quelle destinatarie di finanziamenti”.

Occorre inoltre intervenire necessariamente “sul mercato del lavoro, a partire dall’eliminazione dei voucher. Quel che doveva essere uno strumento per agevolare il lavoro giovanile ha di fatto oggi sostituito i contratti e per assurdo ha favorito la diffusione del lavoro nero e grigio”. Un capitolo a parte merita il tema immigrazione. “Gli operai agricoli stranieri sono state le prime vittime della crisi, perché perdendo il lavoro non hanno potuto rinnovare il permesso di soggiorno, finendo nella rete dei caporali e dello sfruttamento. Dai quali dipendono per il vitto, l’alloggio, i trasporti. Occorre intervenire sulla norma per il rinnovo e assieme dare attuazione a quanto previsto dal protocollo sottoscritto a fine maggio presso il Ministero dell’Interno e territorialmente con la Regione, che prevede interventi proprio in tema di politiche della casa, mezzi di trasporto verso i luoghi di lavoro e assistenza sanitaria. La Puglia deve smetterla di essere la terra dei ghetti, una volta per sempre”.

Per il segretario generale della Cgil Puglia “solo con un forte raccordo istituzionale, con interventi definiti, con politiche che puniscono chi non rispetta le leggi e premiano chi investe su produzioni etiche e di qualità, si può uscire da questa spirale che offende la dignità di migliaia di lavoratori, finanzia organizzazioni criminali e toglie ricchezza a tutto il territorio regionale. Per questo motivo la lotta del mondo agricolo deve essere la lotta di tutto il sindacato, di tutti i cittadini”.


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